Sicilia, il ricco assegno: sbloccati arretrati per dirigenti - Live Sicilia

Sicilia, il ricco assegno: sbloccati arretrati per dirigenti

La coperta è corta, la Corte dei Conti vigila, ma non tutti piangono alla Regione
L'APPROFONDIMENTO
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PALERMO – Il milioncino reclamato dalla Corte dei Conti per far quadrare la primiera delle poste passive è stato trovato e aspetta fra le appendici di uno dei rendiconti, quello datato 2019, più discussi e contrastati della storia dell’Ars.

Il caso

Manco a dirlo, sempre per questioni, e grosse, sollevate dalla magistratura contabile. Questione di poco, comunque, e andrà a regime con la pubblicazione l’aumento contrattuale per la dirigenza – praticamente dimezzata in tre anni – quasi 210 euro al mese cadauno e tutto l’arretrato dall’inizio della querelle, per un importo che sfiora, a prima botta, i 32 milioni di euro: triennio 2016-2018 detta in termini di relazioni industriali. Un arretrato che porterà nelle buste paga dei dirigenti, tutti in una volta, fino a quasi 9.500 euro. Se si calcola che alla scadenza del contratto i dirigenti in servizio erano oltre 1.500, sarà questa la platea del riconoscimento degli arretrati che ha suscitato la richiesta di correzione da parte della magistratura contabile.

La coperta troppo corta

Più che le cifre, note fin dall’approvazione del disegno di legge elaborato dall’assessore all’Economia Gaetano Armao una manciata di giorni fa all’Ars, preoccupa il futuro. Se da un lato, infatti, gli arretrati rappresentano la fetta più cospicua dell’impegno finanziario attuale, dall’altro l’esodo massiccio, complice quota 100, ha ridotto di oltre un terzo la pattuglia dirigenziale. E non è ancora finita: a oggi, ricorda il segretario generale della Cgil Funzione pubblica Sicilia Gaetano Agliozzo, “i dirigenti in servizio sono meno di mille” ma a breve si toccherà la minima di ottocento risicati.

La riforma necessaria

Il futuro, appunto: “Con la messa a regine degli aumenti, ai quali siamo arrivati prima con l’accordo siglato all’Aran mesi fa che ha coperto le differenze contabili e poi con il passaggio parlamentare – dice Agliozzo – si chiude un turno preliminare e spinoso riguardante il contratto scaduto e rinnovato anni fa, ma non certo la partita, che inizia adesso. Una partita che si chiama riforma della dirigenza e della pubblica amministrazione regionale nel complesso. Purtroppo le prime avvisaglie di unilateralità da parte della Regione si intravedono, con gli organici all’osso e le assunzioni ferme secondo me si tratta dell’ultima chiamata per dare efficienza alla macchina della Regione A questo non si risponde soltanto con i ridimensionamenti”. Anche il Sadirs, per bocca del proprio segretario generale Fulvio Pantano, sottolinea come “gli aumenti fossero dovuti. Si tratterà di circa 200 euro lordi e di arretrati diversificati per il 2016, 2017 e 2018, dal momento che il rinnovo mancava da quindici anni. Il vero problema resta l’esodo di massa al quale abbiamo assistito”. “Le carenze di personale sono già una voragine – nota ancora Agliozzo – così come le figure interinate che non danno certezze né al dipendente né, soprattutto, alla continuità dell’azione amministrativa”.


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