CATANIA – Una giornata di protesta contro chi non ascolta la voce arrabbiata e consapevole dei lavoratori di Sicilia e di città chiave come Catania. Voci di denuncia ma anche di speranza, perché “non può esistere un sindacato dei lavoratori che critica soltanto, ma che analizza e fa proposte”. E così, complice la mattinata assolata, la manifestazione “Sicilia in emergenza” che ha fatto capo alla mobilitazione regionale unitaria di Cgil, Cisl e Uil su “Lavoro-Sviluppo-legalità”, per dire “no” allo sfascio della Sicilia e chiedere alla politica una svolta immediata, etica e responsabile contro lo stato di emergenza in cui versano tutti i territori siciliani, ha raccolto centinaia di lavoratori davanti all’ex Palazzo dell’Esa, sede della rappresentanza della Regione Siciliana.
Il programma della mattinata ha previsto il presidio e gli interventi dei tre segretari generali provinciali nonché le testimonianze di sei delegati sindacali provenienti dai settori più colpiti dalla crisi (edilizia, farmaceutica, precari della pubblica amministrazione, consorzio bonifica, cultura e call center). Ad aprire gli interventi, la segretaria generale della Cisl di Catania, Rosaria Rotolo: “La Sicilia è in uno stato allarmante di emergenza ormai continua, anche qui a Catania c’è un territorio che si sbriciola, tanti comuni in forte crisi finanziaria e un deserto industriale che incombe, con a rischio importanti settori di produzione di eccellenza. Non possiamo continuare a pagare caro il prezzo del mancato sviluppo a causa di una politica regionale sorda e inconcludente. Che continua a interessarsi troppo solo ai fatti di palazzo e troppo poco alle reali esigenze delle comunità, di chi soffre per la crisi, di chi è senza casa, di chi è ancora in attesa dell’accordo su ammortizzatori in deroga. Occorre una vera riqualificazione della spesa pubblica, eliminare gli sprechi, liberare risorse per ridurre tasse locali, per gli investimenti in infrastrutture, per il cofinanziamento nella programmazione dei fondi europei. Perché si deve mettere fine all’emergenza della Sicilia e si devono realizzare le condizioni, anche attraverso soluzioni eccezionali, coraggiose e di forte spinta etica, per rimettere al centro lo sviluppo e il lavoro, con idee e progetti rinnovati”.
Per i sindacati, insomma c’è un chiaro bisogno di voltare pagina, come sottolinea anche il segretario della Uil di Catania, Fortunato Parisi: “Per il rilancio siciliano è decisiva la soluzione delle emergenze catanesi. I segnali sono inquietanti, mentre cresce la povertà e dilaga l’ingiustizia. Altro che autunno caldo, siamo già alle porte di un gelido inverno. Pubblico e privato minacciano burrasca. Dalla cassa integrazione St al faticoso e ancora non ultimato percorso del Comune di Catania per l’approvazione del bilancio preventivo, dalla vertenza forestali all’emorragia occupazionale nel settore edile, tutto induce preoccupazioni e offre ragioni per mobilitarci. Abbiamo sempre accompagnato la protesta alla proposta. Lo facciamo anche stavolta: ribadiamo la nostra richiesta di investimenti in opere buone e sollecitiamo inoltre un’inversione di rotta nella Pubblica amministrazione, perché la Sicilia ha bisogno di più servizi ai cittadini e alle imprese. Rivendichiamo, infine, il diritto all’Istruzione, il diritto al Lavoro dignitoso, il diritto alla Salute: sono conquiste che Catania, la Sicilia e l’Italia non si faranno sfilare da sotto il naso”.
A chiudere la manifestazione di Cgil, Cisl e Uil provinciale, l’intervento del segretario generale della Cgil di Catania, Giacomo Rota, che ha anche ringraziato il lavoro dei rappresentanti aziendali: “La Sicilia e Catania producono eccellenza. Dall’agricoltura al turismo enogastronomico, dal barocco alla ricchezza della Zona industriale. Tutto questo è lasciato all’abbandono da un governo regionale distratto e da un governo nazionale che, per esempio, per ritorsione verso Crocetta si è “distratto” dal riunire il Cipe, con grave danno per i lavoratori forestali. Il territorio possiede inoltre infrastrutture – porto, aeroporto, Interporto- di altissima eccellenza ma tutto è abbandonato per mancanza di un piano dei trasporti che includa la Sicilia. E che dire dei lavoratori del commercio o del turismo, dei teatri e della cultura, che pagano una crisi lunghissima, così come quelli dell’informazione, come dimostrano per esempio i recenti licenziamenti dell’emittente regionale Antenna Sicilia; anche per questo, Catania oggi è più povera di democrazia e il sindacato unitario oggi vuole esprimere tutta la sua solidarietà…”
Per quanto riguarda le proposte di Cgil, Cisl e Uil, nel volantino programmatico che ha accompagnato la manifestazione viene sottolineato che “per l’approssimarsi della Legge di Stabilità, è urgente aprire tavoli di confronto sulle vertenze “storiche” mai risolte, che riguardano settori che non sopravvivrebbero senza un intervento finanziario, con la conseguenza inevitabile di gravissime tensioni sociali. Non bisogna sprecare l’occasione di utilizzare bene le risorse dei Fondi strutturali della nuova programmazione europea 2014-2020, per creare occasioni di sviluppo nel prossimo decennio. Per quanto riguarda il confronto con il Governo nazionale e con il sistema delle aziende pubbliche di servizi – in particolare Anas e Ferrovie dello Stato – si rivendica l’attuazione degli accordi di Programma Quadro per la modernizzazione della rete ferroviaria, della portualità e della logistica. Sono necessarie, inoltre, risorse per gli ammortizzatori sociali per evitare la desertificazione produttiva e la macelleria sociale”.