Catanzaro apre il cantiere di Pd, M5s e Scn: dopo le Europee tavolo politico - Live Sicilia

Catanzaro apre il cantiere di Pd, M5s e Scn: dopo le Europee tavolo politico

Parla il capogruppo dem all'Ars
L'INTERVISTA
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PALERMO – Aprire un “tavolo politico” subito dopo le Europee con Movimento cinque stelle e Sud chiama nord per iniziare a “costruire la coalizione” che dovrà contendere al centrodestra le prossime elezioni regionali. Michele Catanzaro, capogruppo del Partito democratico all’Assemblea regionale siciliana, guarda al “lavoro fatto in Parlamento nel corso della Finanziaria” e invita il proprio partito, ma anche M5s e Sud chiama nord, a “portare questa esperienza anche fuori” dalle mura di Palazzo dei Normanni. Tutto questo davanti a uno scenario che vede il centrodestra “ancora diviso e sotto il ‘comando’ di Roma”.

Partiamo dai problemi della maggioranza.
“Schifani tenta di minimizzare l’accaduto, facendo finta che non sia successo nulla, ma i problemi della maggioranza non sono superati. Questo centrodestra, inoltre, viene guidato da Roma ma in Sicilia non sta insieme per una visione bensì per una mera opportunità politica di divisione del potere”.

Dopo il ko della ‘salva-ineleggibili’ e la bocciatura della legge sulle Province toccherà alla riforma urbanistica?
“Questo centrodestra si muove solo per mettere in piedi delle prebende nei territori in favore degli assessori-candidati. Su questa riforma da Roma nelle ultime ore stanno imponendo ai partiti della maggioranza alcune modifiche in chiave elettorale. Schifani, insomma, ancora una volta è sotto il ‘comando’ romano”.

Sostiene che il governatore sia ostaggio di Roma?
“Sta subendo i diktat romani continuamente. È stato così sull’autonomia differenziata e sui Lep della sanità. Un altro esempio è dato l’accordo Stato-Regione del dicembre 2022. Da Roma non arriva una condivisione di visioni e di strategie per il presidente della Regione, ma solo problemi”.

Sfumata l’elezione diretta delle Province, come si prosegue nella gestione di questi enti?
“Fino a quando è in vigore la legge Delrio in tutta Italia, qui non si può proseguire con il progetto di elezione diretta dei vertici delle Province. Credo comunque che la stagione dei commissariamenti debba concludersi. Su questo aspetto la Corte costituzionale è stata chiara: in assenza di altro, il presidente della Regione dovrebbe procedere con le elezioni di secondo grado e porre fine all’era dei commissari”.

E arriviamo al vostro fronte: Pd, M5s e Sud chiama nord stanno costruendo l’alleanza o sono soltanto forme di collaborazione parlamentare?
“Abbiamo trovato momenti di intesa e ragionamenti comuni durante questi mesi, ad esempio nel corso della battaglia per la Finanziaria, e questo è positivo. Stiamo portando avanti un lavoro iniziato mesi fa e adesso c’è maggiore concretezza. Siamo opposizione in aula ma maggioranza fuori dal palazzo. Le cifre raccolte da questi tre partiti superano il centrodestra. Stiamo lavorando per avere una visione comune nel presente e nel futuro”.

La strada sembra ancora lunga, da qui alle prossime Regionali potrebbe accadere di tutto.
Ci candidiamo ad essere l’alternativa. Voglio essere chiaro: questo lavoro parte dall’Ars ma bisognerà essere bravi a portarlo all’esterno, sui territori. Tutto questo, però, dopo la battaglia delle Europee. A mio parere la strada migliore per continuare a costruire la coalizione è dar vita ad tavolo politico dopo il voto per l’Europarlamento, ma naturalmente ci saranno le occasioni per confrontarci su questo e su altro all’interno del partito, così come immagino ci sarà un confronto dentro le altre forze di opposizione”.

In questa tornata elettorale ognuno per conto proprio.
“Dovremo essere bravi a fare una campagna elettorale non insieme ma da cooprotagonisti per il post-voto. Bisognerà anche avere la capacità e la saggezza di non scontrarci su temi che potrebbero dividerci”.

Nell’ultima conferenza stampa congiunta con M5s e Sud chiama nord in tanti hanno notato il protagonismo di Cateno De Luca che non nasconde le sue ambizioni.
“Le ambizioni e le esuberanze sono assolutamente legittime ma prima di tutto bisogna privilegiare il progetto politico. Non inseguiamo i personalismi, il faro deve essere rappresentato da ciò che vogliamo realizzare e dai criteri che vogliamo seguire in questo percorso. Ragioniamo prima sui temi, poi sulle leadership e sulle regole per giungere a queste. Sono comunque d’accordo con De Luca quando, ricordando l’esperienza del 2022, evidenzia la necessità che la coalizione nasca almeno un anno e mezzo prima del voto. Per quel tempo bisognerà avere una squadra con una impalcatura che preveda una candidatura. Non possiamo rischiare con nuove scelte dell’ultimo minuto. La politica ha bisogno di una visione chiara”.

Lei ha citato le Europee come spartiacque, che risultato si aspetta?
“Dipenderà da due fattori: da parte del Pd dovrà esserci la capacità di scelta rispetto alle candidature, che devono essere autorevoli. Bisognerà inoltre affrontare i temi senza tentennamenti e con chiarezza. Mi riferisco a diversi ambiti, anche ad alcuni nodi di politica estera: non dobbiamo avere paura di prendere posizione, dobbiamo avere una voce diretta e chiara”.


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