Da Agrigento a Tusa, i sindaci: | “Rilanciare la lista dei territori” - Live Sicilia

Da Agrigento a Tusa, i sindaci: | “Rilanciare la lista dei territori”

La lettera di ventidue primi cittadini siciliani.

La lettera
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PALERMO – In una precedente versione dell’articolo, si era data una lettura del documento che si discosterebbe in parte dall’intento originario dei sindaci firmatari che precisano: “No a una bocciatura della lista dei territori. Anzi, serve un rilancio di questa esperienza nata in occasione di questa competizione elettorale”.

“In questa competizione elettorale non esiste una lista che rappresenti un Movimento dei Territori con una visione regionale”. È questo uno dei passaggi di una nota firmata da ventidue sindaci siciliani: da Lillo Firetto primo cittadino di Agrigento, a Giovanni Ruvolo sindaco di Caltanissetta, passando per Cinisi e Tusa, Gangi e Mistretta.

I sindaci esprimono qualche critica ma allo stesso tempo rilanciano il progetto della “Lista Micari” dove è confluita l’idea, appunto, del cosiddetto “Movimento dei territori” lanciato da un altro sindaco, Leoluca Orlando. “Siamo consapevoli – si legge – che la costituzione di un Movimento dei Territori, quale espressione del civismo al quale dovrebbe essere ricondotta la Politica per garantire il diritto di cittadinanza a ogni persona, non ha maturato il giusto percorso per realizzare un progetto civico condiviso. Una enunciazione. Una suggestione senza processo. Non è tempo di pure etichette”.

“Le elezioni regionali in Sicilia – prosegue la lettera – si sono giocate sul tavolo nazionale della politica, subordinando gli interessi del Territorio siciliano agli interessi dei giochi di forza tra i partiti dell’assolutismo politico (centro destra e centro sinistra)”.

I ventidue sindaci spiegano che “oggi più che mai, occorre comprendere che il binomio politica e territorio debba essere percepito come inscindibile poiché sono le comunità locali a far sentire l’urgenza di essere rappresentate da soggetti che incarnano i valori della politica, le qualità della competenza ma, soprattutto, il carisma della rappresentanza popolare e dei Territori. I partiti – prosegue la lettera – continuano a restare il cardine costituzionale che tiene aperte le porte della nostra democrazia, ma ormai sono le realtà locali, i movimenti del Territorio che costituiscono la linfa dell’innovazione e della trasformazione in positivo della società, una linfa che deve essere alimentata dall’impegno civile e non deve, certamente, essere imbrigliata nei rituali ormai desueti di maggioranze o minoranze funzionali solo a se stesse”. Ma la lettera non va vista come un “abbandono” della scena politica da parte degli amministratori, e nemmeno come una bocciatura di questa esperienza: “Se noi sposiamo la vocazione del Territorio – scrivono i sindaci – non vogliamo isolarci dalla politica e dai partiti, ma vogliamo portare gli stessi a vivere un nuovo umanesimo e a realizzare un pluralismo sociale che protegge i soggetti fragili e valorizza i meriti e le qualità, che rifiuta i privilegi e premia l’impegno delle persone”.

Insomma, il movimento va rilanciato, partendo dall’esperienza di queste regionali. E nella lettera, ecco anche un elenco di proposte e principi: secondo i primi cittadini bisogna “rivendicare, l’autonomia comunale negli interessi dei cittadini; che i territori debbano relazionarsi tra loro nell’effettivo esercizio della sovranità politica dei cittadini; prendere la distanza da un modo di intendere la politica come azione riservata ad oligarchie che continuano a tenere distante i cittadini dall’azione politica; connettere le diverse realtà territoriali, per rappresentare le risorse ed i bisogni dei territori, allo scopo di realizzare un progetto complessivo di sviluppo sostenibile della Sicilia, che parta proprio dall’esperienza che da anni è praticata da Movimenti e Liste Civiche, fino ad oggi disaggregate rispetto ad una visione ed organizzazione unica e condivisa”.

I sindaci affermano però che “rimane attuale la necessità di un Movimento dei Territori che polarizzi il Civismo democratico, dentro il quale le azioni portate avanti dai cittadini in forma singola o associata (volontariato, terzo settore, operatori turistici, professioni, artigiani, commercianti, imprenditori, allevatori, agricoltori, ecc) possano trovare accoglienza dentro una struttura che li interpreti, rappresenti e coinvolga attraverso l’ utilizzo di strumenti veri di partecipazione”, ma questo movimento deve essere “aperto al dialogo con le forze politiche, garantendo la promozione della partecipazione civica per la valorizzazione dei Territori, fuori da schemi populisti o sovranisti; operare affinché la prossima Assemblea regionale promuova e voti una legge per l’attuazione del 4° comma dell’art. 118 della Costituzione italiana sulla Sussidiarietà, in modo che la democrazia rappresentativa si coniughi con quella partecipativa”. Un “nuovo” movimento dei territori, insomma, dopo  le difficoltà incontrate in alcune realtà, come Messina e Siracusa, dalla lista.

Il documento è stato sottoscritto da: Calogero Firetto (Sindaco di Agrigento), Giovanni Ruvolo (Sindaco di Caltanissetta), Mario Cicero (Sindaco di Castelbuono), Giangiacomo Palazzolo (Sindaco di Cinisi), Angelo Tudisca (Sindaco di Tusa), Santino Cosentino (Sindaco di Trappeto), Nicolo’ Coppola (Sindaco di Castellammare), Marcello Catanzaro (Sindaco di Isnello), Francesco Migliazzo (Sindaco di Gangi), Vincenzo Lionetto (Sindaco di Castel’Umberto), Filippo Borrello (Sindaco di Caprileone), Massimiliano Conti (Sindaco di Niscemi), Gianfilippo Bancheri (Sindaco di Delia), Salvatore Noto (Sindaco di Marianopoli), Salvatore Chiantia (Sindaco di Riesi), Calogero Cremona (Sindaco di Naro), Salvatore Gambino (Sindaco di Torretta), Giuseppe Franco (Sindaco di Castel di Lucio), Salvatore Castrovinci (Sindaco di Terranova), Roberto Materia (Sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto), Rosario Ventimiglia (Sindaco di san salvatore di Fitalia), Liborio Porraccio (Sindaco di Mistretta)


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