Il sindaco di Catania scelto a Roma? "No a notifiche" - Live Sicilia

Il sindaco scelto a Roma? “L’Mpa non accetta notifiche”

Fabio Mancuso parteciperà, domattina, alla riunione del centrodestra sulle amministrative per conto degli autonomisti di Raffaele Lombardo.
CATANIA 2023
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CATANIA – Domattina alle dieci. Ma non sarà un appuntamento definitivo, si sa già. La riunione del centrodestra siciliano non sarà risolutiva, ma offrirà un altro tavolo sul quale sparpagliare le carte in vista delle prossime elezioni amministrative a Catania. Come i cartelloni di alcuni già in giro per la città (vedi alla voce Valeria Sudano), è sotto gli occhi di tutti anche la certezza che ancora i giochi non siano fatti. “Siamo convinti che i margini per l’unità del centrodestra ci siano ancora”, ribadisce a LiveSicilia Fabio Mancuso, sindaco di Adrano e delegato a partecipare alla riunione per conto del Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo. E se l’unità non si trovasse? “L’ha già detto il nostro leader: correrà Raffaele Lombardo, ma vogliamo considerarla come un’ipotesi residuale”.

Il quadro è quello che, ormai, i cittadini del capoluogo etneo hanno imparato a conoscere in questi mesi di agonia pre-elettorale: Fratelli d’Italia, il partito che esprime la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e l’ex sindaco di Catania Salvo Pogliese (oggi senatore), pretende di candidare un suo nome per lo scranno più alto di Palazzo degli elefanti. Ma nella contesa interna i papabili sono tanti (da Sergio Parisi a Ruggero Razza, passando per Pippo Arcidiacono, Manlio Messina, Raffaele Stancanelli e, addirittura, indiscrezione sondaggistica di cui è arrivata pronta smentita, il giudice in pensione Nunzio Sarpietro), espressione ciascuno di un’area diversa del partito, mentre il tempo stringe. Nel perimetro del centrodestra c’è poi la Lega di Matteo Salvini, oggi in visita all’ombra dell’Etna, che sa di avere dalla sua due pezzi da novanta delle preferenze cittadine: Valeria Sudano, l’aspirante prima sindaca della città, e il vicepresidente della Regione Luca Sammartino, sempre accanto alla deputata.

Uno sforzo per l’unità

“Lo sforzo del nuovo commissario di Forza Italia Marcello Caruso, come richiesto dal presidente della Regione Renato Schifani, è anche il nostro e ci auguriamo che sia vincente”, sottolinea Mancuso. Gli appelli di Schifani a evitare fughe in avanti e pretese muscolari vengono adesso rilanciati dal delegato lombardiano, uno dei più vicini a Lombardo. “L’Mpa e Forza Italia – ricorda il primo cittadino adranita – Sono stati tra i pochi a parlare di programmi prima che di nomi. Le proposte sono tutte legittime, sono le imposizioni a non esserlo“. In politica si dialoga, si discute e, competenza in cui i lombardiani sono maestri, si media. “Mi pare che la commissaria della Lega in Sicilia, Annalisa Tardino, abbia fatto qualche passo indietro rispetto a Sudano: che abbia detto, cioè, che è una possibilità che non inficia un possibile percorso condiviso”.

Niente imposizioni dalla Lega

Il tour siciliano di Salvini di oggi, con tappa strategica a Catania, sembra quasi una benedizione del nome di Sudano. “Preferisco fare fede alle parole di Tardino, che siederà con me al tavolo, piuttosto che alle indiscrezioni – prosegue Fabio Mancuso – Non voglio legare la visita di Salvini a questioni elettorali, immagino che abbia molto da fare per via degli impegni imposti dal ministero di cui è titolare“. Anche perché, aggiunge l’autonomista, “non si può pensare che la decisione del sindaco di Catania, la nona città d’Italia, venga presa da due, tre leader di partito a Roma senza passare dal territorio. Lo dobbiamo decidere qui”. E cioè: dialogando con i propri dirigenti locali, a Roma Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia facciano pure le loro ipotesi, ma le mandino a misurarsi con chi rappresenta più direttamente gli elettori siciliani. “L’Mpa non vuole ricevere notifiche“, dice asciutto Mancuso. “Noi non ci facciamo notificare nulla da nessuno”. E se questa è la linea di comportamento che intendono tenere i leader nazionali, con il placet dei referenti locali, “l’Mpa potrebbe seguire altri percorsi: andare da solo o chissà“.

L’Mpa andrà da solo?

Il distacco del Movimento per l’autonomia dal resto del centrodestra: lo spauracchio più convincente tra quelli finora agitati. “La nostra prima opzione rimane sempre e comunque il centrodestra unito”. Però che sia la prima non significa che sia l’unica. In fondo, “Raffaele Lombardo è il candidato più competente, quello che conosce meglio Catania e i suoi bisogni”. Di Raffaele in Raffaele, ultimamente prende quota anche il nome di Stancanelli tra i papabili di Fratelli d’Italia per la carica di primo cittadino. Un grande ritorno, come il tempo che è galantuomo, a Palazzo degli elefanti dopo la sindacatura fino al 2013. “Noi l’abbiamo votato nel 2008, abbiamo lavorato insieme a un programma che ha fatto tanto bene alla città – afferma Mancuso a proposito di Stancanelli – Se sarà una proposta la valuteremo come le altre”.

Raffaele Lombardo, Raffaele Stancanelli, Enzo Bianco. Catania sembra sempre avvitata attorno agli stessi nomi. Non sembra necessario un poco di rinnovamento? “Il rinnovamento passa dall’età o dalle idee? Secondo me dalle idee, e dalle innovazioni che si riescono a portare in politica. Non è l’età a rendere qualcuno più innovativo di qualcun altro: abbiamo avuto per qualche anno al governo un Movimento che si basava su questa idea di rinnovamento e guardate dove siamo arrivati. Non è la giovinezza di per sé un valore, in politica: servono anche competenze ed esperienze. Raffaele Lombardo e il Movimento per l’autonomia, anche in questo, hanno già dettato la linea: largo ai giovani, purché in gamba“. E di nuovo, chi?


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