Siracusa, trapianto del femore da cadavere: intervento rarissimo - Live Sicilia

Siracusa, trapianto del femore da cadavere: intervento rarissimo

Il delicato intervento su un giovane rimasto gravemente ferito in un incidente

Un complesso e raro intervento di trapianto osteocondrale da cadavere di parte del condilo femorale del ginocchio, è stato eseguito, questa mattina, nel reparto di ortopedia dell’ospedale Umberto I, su un diciannovenne di Siracusa dopo le ferite riportate in un incidente stradale. A intervenire l’équipe chirurgica coordinata dal direttore Salvatore Caruso, come si legge in una nota dell’Asp. “Il giovane – spiega il medico – aveva riportato una complessa frattura biossea di avambraccio e una frattura al condilo femorale esterno del ginocchio destro. Dopo la ricostruzione ossea dell’avambraccio e l’impossibilità alla sintesi del condilo femorale, è stato eseguito un attento studio. E quindi dopo un planning pre-operatorio è stato ordinato alla Banca dell’Osso di Bologna l’intero condilo femorale osseo da cadavere, che abbiamo trapiantato nel ginocchio del paziente”.

I dettagli

“La finalità dell’intervento – prosegue Caruso – è stata di evitare un impianto protesico al ginocchio che, vista la giovane età del paziente, avrebbe comportato un mancato rispetto della biologia dei tessuti per un giovane di questa età. In ambito ortopedico, evitare il ricorso a protesi artificiali in favore di trapianti di segmenti di osso espiantati da cadavere – aggiunge il chirurgo – è la strada preferibile in termini di ‘outcome’ per il paziente. Una tecnica ancora poco usata, che richiede competenze avanzate ma che si basa su un approccio medico che predilige la miglior qualità di vita possibile per il paziente, coniugandola con tecniche moderne e innovative, garantendo un intervento ritagliato “su misura” e durevole nel tempo, a differenza delle protesi artificiali che devono essere sostituite ogni 15 – 20 anni”. “È importante tenere presente che il trapianto di segmenti ossei non causa rigetto, e l’osso del paziente si ricostituisce su quello trapiantato”, conclude Caruso.

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