Mazzetta Sicula, l’investigatore: “Il piano B dei Leonardi”

Sistema rifiuti, l’investigatore: “Il piano B dei Leonardi”

Un’altra udienza del processo sulla gestione della discarica di Lentini.
"MAZZETTA SICULA"
di
2 min di lettura

CATANIA – Non sono mancati nemmeno sabato mattina all’udienza. Antonello e Salvatore Leonardi, imputati nel processo Mazzetta Sicula per una serie di reati ambientali, hanno ascoltato il lunghissimo esame (e controesame) di uno degli investigatori del Gico della Guardia di Finanza di Catania che ha lavorato alla complessa indagine Mazzetta Sicula. Il luogotenente Luigi Ranieri ha risposto alle domande del pm Marco Bisogni ricostruendo una sorta di “mappa delle intercettazioni” (ma senza entra nel contenuto visto che ci saranno le trascrizione dei periti, ndr) che hanno scandito i vari passi dell’inchiesta che ha avuto al centro la gestione da parte della Sicula Trasporti della discarica di Lentini, ormai da oltre un anno sotto amministrazione giudiziaria. 

Una data cruciale di tutta l’attività investigativa del Gico è il 28 febbraio 2019. Quel giorno scattano i controlli per dare i riscontri a quanto era emerso dalle conversazioni intercettate nei giorni precedenti e dalle telecamere piazzate dai finanzieri. I dialoghi hanno tra i protagonisti Antonello Leonardi  – titolare della Sicula Trasporti –  che era solito girare con la sua vettura tra i vari impianti: discarica, compost e impianto di trattamento. E la sua auto – come ha detto l’investigatore – sarebbe stata “una sorta di ufficio” dove avvenivano incontri e riunioni. La microspia quindi immortala una serie di dialoghi dai quali per i finanzieri emergeva una gestione illecita del conferimento dei rifiuti. Sia della frazione umida che del rifiuto urbano. 

I Leonardi avrebbero organizzato un “piano B” per sopperire alle enormi quantità di rifiuto che arrivavano negli impianti. E sarebbero stati organizzati dei carichi all’alba con un camion e un autista (“Luciano”) destinato a questa incombenza. Da quanto riferito dal teste la frazione umida invece di essere trattata sarebbe stata mischiata allo scarto e scaricata direttamente nelle vasche. Quando il 28 febbraio 2019 scattano le ispezioni, dai test dei consulenti tecnici risulta che nel rifiuto destinato alla discarica c’era un’alta percentuale di frazione umida (che dovrebbe diventare compost). Un controllo simile viene fatto in un altro camion, risultato intestato alla Leonhouse riferibile ai Leonardi, diretto dall’impianto Tmb alle vasche. E anche da queste verifiche sono emerse delle irregolarità. I primi sospetti che ci fosse qualche ombra nella gestione della discarica si accendono dopo alcune intercettazioni di agosto 2018 e novembre 2018 sul “riempimento delle biocelle”. Le indagini portano poi ad aprire il capitolo sulla corruzione che sarebbe servito – secondo il mosaico accusatorio –  a garantire “protezione” dagli accertamenti ambientali. A dicembre il dibattimento continua. 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI