Social: l'invasione della rete. Se capita, tocchiamo un libro

Social: l’invasione della rete. Se capita, tocchiamo un libro

Siamo già cambiati. Ma possiamo fare qualcosa di buono

Il loro linguaggio è accessibile e scandisce il nostro tempo frenetico: i social media sono ormai i mezzi di interazione più diffusi, con un raggio di influenza che si estende dalle grandi città alle aree più remote. Parte attiva nella rivoluzione digitale, hanno dato vita a un diverso genere di comunicazione, mutandone le dinamiche. Siti come Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram, hanno creato straordinarie opportunità di comunicare; sono in continua evoluzione, e coinvolgono un numero enorme di utenti, il che comporta numerose sfide per gli scienziati, in particolare nei campi del data mining e del machine learning.

Per questo, lo scopo della prossima International Conference on Social Network Analysis, Management and Security, che avrà luogo ad Abu Dhabi dal 21 al 24 novembre 2023, sarà quello di fornire un forum ai ricercatori per trattare di molteplici tematiche, da quelle più tecniche – che riguardano sistemi operativi, algoritmi, infrastrutture di supporto, dinamiche di modelli per i network data -, alle scienze sociali. È un mondo di saperi non immediatamente accessibile ai milioni e milioni di utenti della rete, e questo nonostante quanto sia diventato importante, ai limiti dell’ossessione, indagare sulla invasività delle reti sociali per tentare di mitigarne gli effetti.

I numeri incredibili del digitale

Considerato che ci approssimiamo alla fine dell’anno, DataReportal ha pubblicato una sorta di “bilancio digitale”. I numeri sull’adozione del digitale nel mondo sono sbalorditivi. Gli ultimi dati demografici delle Nazioni Unite indicano, nell’ottobre 2023, la presenza sulla Terra di 8,06 miliardi di persone. Questa cifra è superiore di poco meno dell’1% rispetto a quella dell’anno scorso nel medesimo periodo, con una crescita della popolazione del pianeta di 72 milioni. Gli ultimi dati di GSMA Intelligence indicano un totale di 5,60 miliardi di abbonati unici alla telefonia mobile nel mondo, pari al 69,4% della popolazione totale.

L’adozione dei telefoni cellulari è aumentata del 2,7% solo nell’ultimo anno, con un incremento di 145 milioni di nuovi utenti. La recentissima e dettagliata analisi condotta dal team di KEPIOS mostra che adesso gli utenti dei social media nel mondo sono 4,95 miliardi, pari al 61,4% della popolazione terrestre. I social media hanno acquisito, negli ultimi 12 mesi, 215 milioni nuovi utenti. Ciò significa una crescita annua del 4,5%, a un tasso medio di 6,8 nuovi utenti ogni singolo secondo! Di pari passo, gli utenti di Internet sono cresciuti del 3,7%, raggiungendo i 5,30 miliardi nell’ottobre 2023. Questa cifra equivale al 65,7% della popolazione globale.

Identikit del navigatore

La visione delineata è chiara e completa. Non altrettanto cristallino appare, nell’attuale “stato del digitale”, cosa rivelino i dati sui comportamenti delle persone, se si consideri che la quantità di tempo che trascorrono collegate alla rete cresce inesorabilmente e che, nell’ultimo anno, l’utente tipico di Internet ha aumentato la propria attività online di 4 minuti al giorno. Ne consegue che chi naviga nell’oceano dei social vi rimane sempre più tempo utilizzandone, in media, ben sette diversi. Queste immateriali bolle (con materialissimi effetti) dove oramai si può fare tutto, si propagano velocissime, e chiunque può essere raggiunto con appena sei “click”.

Nel lontano 1967, lo psicologo Stanley Milgram, condusse uno dei più celebri e affascinanti esperimenti sociali della storia creando il modello dei “sei gradi di separazione”. Oggi la scienza ha ripreso in esame quest’ipotesi, e, secondo quanto risulta da una ricerca pubblicata su “Physical Review X” (Why Are There Six Degrees of Separation in a Social Network? (Samoylenko et al., 2023), alla quale ha partecipato l’italiano Stefano Boccaletti del CNR, nell’alveare dinamico di utenti che navigano nella rete, i percorsi seguiti nel cercare nuove connessioni ricalcano quel modello. Alcune si interrompono e altre si creano, e “sorprendentemente questo processo si conclude sempre con percorsi sociali di lunghezza intorno al numero sei”.

Le distanze? Sono sei

Sembra che nessun individuo si trovi a più di sei connessioni di distanza da un altro, secondo una regolarità empirica. Il motivo è ancora sconosciuto, tuttavia la proprietà matematica dello small-world caratterizza lo stato di equilibrio di qualsiasi rete in cui gli individui bilanciano la tendenza a migliorare la propria centralità con l’impegno nel formare e mantenere i contatti. Incredibile ma vero, questa intrigante peculiarità dei social potrebbe essere spiegata in base a semplici regole evolutive, tradizionalmente associate alla cooperazione e all’altruismo umano.

Lo sviluppo dei social network agli albori del nuovo millennio ha comportato l’inedita creazione di comunità transnazionali e trasversali coinvolte sulla base della condivisione delle scelte. Lo spazio virtuale alternativo per l’incontro, il confronto, lo scambio di informazioni, comporta d’altronde il rischio di presenze immateriali e identità fittizie, l’accumulo ridondante di dati disorganizzati, il traffico potenzialmente illimitato di notizie, per cui si pone il problema di interfacciare la libertà espressiva con un “formalismo” tecnologico e di equilibrare l’accesso alle banche dati con il diritto alla privacy.

Rete e democrazia

La grande affluenza popolare che valorizza la rete spinge verso la possibilità dell’avverarsi della e-democracy transnazionale e indipendente, che però potrebbe precipitare nella tecnocrazia ed essere soggetta alla ingerenza delle multinazionali e a ogni genere di strumentalizzazione; e il sistema di intermediazione statale tra i mezzi di comunicazione e i cittadini che ne fruiscono, a fronte della auto-organizzazione della popolazione, è diventato obsoleto. In due parole: non funziona. Il rinnovamento della sfera pubblica – che tanto auspichiamo – non può non tener conto, per essere concreto ed efficace, del nuovo e immenso potenziale delle modalità di comunicazione attuali. Il flusso irrefrenabile dei dati multimediali, la loro energia creativa e i loro effetti stanno rifondando l’intera società mondiale.

In un quadro in rapido movimento, è rischioso fermarsi all’analisi del presente: la riflessione deve estendersi alle possibili previsioni di cambiamenti che hanno ritmi quotidiani, persino orari, e deve produrre conoscenza e proposte per orientare governanti e utenti in un labirinto sfaccettato sempre più usato, e abusato, fino a divenire necessario, sebbene sempre più denso di rischi.

Il ritorno del libro

E se un pericolo senza nome si aggira nell’ombra, ancora ignoto sebbene rivesta tutti i simboli della nostra disumana attività, forse la salvezza risiede nella controtendenza, in direzione dell’autoconservazione della specie e del proprio retaggio culturale.

Chissà, forse il gesto più anticonformista, oggi, è toccare un libro, talismano per le generazioni future, aprirlo e aprirsi alla fantasia con audacia irrispettosa dell’omologazione, lucida e lucente in un mondo spettrale di finte amicizie folli e allucinate, per capire e capirsi.


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