“Io diversa da Cammarata? L’ha detto anche lui…”. Al gioco della “discontinuità” con la precedente amministrazione della città di Palermo, partecipa anche Marianna Caronia. Il deputato regionale del Pid, alla fine, l’ha spuntata. È partita prima degli altri, annunciando non la propria candidatura, ma una “consultazione popolare con la quale chiederò alla gente se crede alla mia proposta per la città”.
Una consultazione che ha coinvolto 40 mila persone. Provenienti da tutti i quartieri di Palermo. Adesso, però, la sua “discesa in campo” è ufficiale, e per annunciarla, finalmente, sciolto il “nodo” della consultazione popolare, la Caronia ha scelto la sede del suo comitato, in un ampio locale al primo piano di via Notarbartolo, con vista su via Libertà.
Dentro, le pareti arancio richiamano richiamano il logo della sua campagna. Profumo di caffè, c’è un po’ di gente alla finestra. Marianna Caronia arriva in tailleur, lo sguardo è di chi ha davanti un’agenda fitta, e la convinzione, alla fine, di avercela fatta: non è servito il suo passo indietro.
“La mia candidatura – spiega – è stata sostenuta dalla gente, ma non posso non essere felice del fatto che anche il mio partito abbia deciso di sostenermi ufficialmente”. Un sostegno che è coinciso con la rottura, almeno al primo turno, con gli altri partiti del centrodestra. Una frattura, spiega la candidata, dovuta “a dei veti che faccio fatica a comprendere. Ma che non sono stati affatto, per me, motivo di sconforto, anzi mi hanno incoraggiato ulteriormente”. I veti, in questo caso, sono quelli dell’Udc che si sarebbe messo di traverso di fronte all’ipotesi di una coalizione con dentro il partito di Saverio Romano.
“Ma gli altri partiti del centrodestra – precisa la Caronia – sono comunque alleati, con i quali, magari, abbiamo delle idee diverse. Questo non ci impedirà, al ballottaggio, di trovarci insieme. Ma voglio precisare – prosegue la Caronia – che io non mi considero lo strumento di Costa né considero Costa il mio strumento”.
E al ballottaggio, dice, potrebbe andare proprio lei, come candidata del centrodestra, nonostante l’”alleato-rivale” Massimo Costa sia sostenuto da tre grossi partiti: “Sono ottimista – dice infatti Marianna Caronia – in questi giorni stiamo dialogando anche con altri movimenti politici che potrebbero decidere di sostenere la mia candidatura”. Al momento, le liste in appoggio alla Caronia sono quello di “Amo Palermo” e quella del Cantiere popolare. “Senza dimenticare – aggiunge la deputata – che la legge elettorale non vincola il voto per il candidato sindaco a quello dei partiti. E per le strade ho visto molto interesse ed entusiasmo per la mia proposta”.
E la proposta, per diventare “progetto”, si servirà “di un gruppo di tecnici, di esperti in grado di rendere economicamente sostenibile la nostra idea per Palermo”. Un’idea di “discontinuità”, anche per lei che fu vice sindaco di Cammarata: “Ma è stato lo stesso Cammarata – puntualizza la Caronia – a precisare che noi due siamo incompatibili. E io mi dimisi nell’agosto dell’anno scorso proprio perché non condividevo il suo modo di fare politica e di gestire il Comune”. Insomma, dopo gli annunci di Costa e Aricò, è il turno della Caronia. Nel centrodestra, il dopo Cammarata è davvero iniziato. Da dove era finito.