Per la prima volta il pentito Angelo Fontana è tornato sul luogo del fallito attentato a Giovanni Falcone per aiutare i magistrati nisseni a ricostruirne la dinamica. La Procura di Caltanissetta ha effettuato un sopralluogo nella villa dell’Addaura, località balneare di Palermo. All’accertamento, che i magistrati hanno delegato alla Dia, il collaboratore di giustizia ha reso dichiarazioni sulla mancata strage. I pm oltre un anno fa hanno riaperto le indagini per individuare eventuali responsabilità di settori dei Servizi segreti nell’attentato dai contorni ancora oscuri. Il sopralluogo ha riguardato non solo la villa in cui il magistrato trascorreva le vacanze, ma anche il tratto di mare che si trova davanti all’abitazione. Gli attentatori utilizzarono un gommone per raggiungere la scogliera su cui poi venne piazzato il tritolo.
Nelle scorse settimane la polizia scientifica ha isolato il Dna di due degli attentatori: il profilo indica due individui di sesso maschile. Il Dna è stato estratto dalla maschera da sub ritrovata nella borsa che conteneva l’esplosivo piazzato tra gli scogli sottostanti la villa del magistrato. Il Dna estratto sarà confrontato con quello degli indagati e con quello di due poliziotti uccisi: gli agenti Antonino Agostino ed Emanuele Piazza, assassinati in circostanze diverse dopo il fallito attentato. Le loro morti presentano ancora molti lati oscuri. Inoltre sembra ormai certo che le indagini sul delitto Agostino furono depistate. Il confidente Luigi Ilardo, ucciso nel ’95, poco prima che venisse formalizzata la sua intenzione di collaborare con la giustizia, così parla dell’Addaura: “i due agenti sono stati quelli, su mandato non so… dei servizi segreti… sono stati incaricati di piazzare la borsa con la bomba sulla scogliera dove c’era Falcone che passa la la villeggiatura estiva”.
Ma sulle dichiarazioni di Ilardo c’é grande cautela anche perché molte sono le contraddizioni con le rivelazioni di altri pentiti. Come quelle di Angelo Fontana che sostiene che Piazza venne eliminato perché era un infiltrato dei servizi e cercava latitanti. Secondo un’ipotesi investigativa avanzata di recente e tutta da verificare Antonino Agostino ed Emanuele Piazza sarebbero stati presenti sul litorale dell’Addaura, a bordo di un gommone, per sventare l’attentato.