PALERMO – Il fatto non costituisce reato. R.C, è stato assolto dall’accusa di truffa e sostituzione di persona. Tutta colpa di un contratto telefonico. L’utenza la usava l’imputato, ma risultava sottoscritto con l’identità di un’altra persona.
L’avvocato della difesa, Luciano Maria Sarpi, ha ribaltato la prospettiva. È stato chiesto il documento di identità al momento della sottoscrizione e dopo la conversazione con un addetto al call center? È stata registrata la conversazione? Per entrambe le domande la risposta è no.
Da qui l’assoluzione a fronte di una richiesta di condanna a sei mesi di carcere.