Sparatoria di Librino, le nuove condanne per il clan Cappello NOMI

Sparatoria di Librino, le nuove condanne per il clan Cappello NOMI

Il processo d'appello

CATANIA – Giunge alla sentenza il processo d’appello sulla sparatoria di Librino, nella sua parte che riguarda il clan Cappello. Nel pomeriggio di oggi ottobre la Corte d’appello di Catania, presieduta da Francesca Cercone, si è pronunciata sui motivi d’appello. Che erano stati presentati da 13 persone condannate in primo grado, nel giugno 2022.

La sparatoria di Librino e il processo

I fatti di sangue di viale Grimaldi coinvolsero il clan Cappello e i Cursoti milanesi. Dopo un’escalation di tensione una colonna di motociclisti dei Cappello arrivò nella sera dell’otto agosto 2020 in una delle roccaforti dei Cursoti. Iniziò una sparatoria per strada in cui morirono due persone, Luciano D’Alessandro ed Enzo Scalia.

Sui fatti dell’otto agosto si sono sviluppati diversi processi, di cui i principali riguardano il ruolo dei Cursoti e quello dei Cappello. In aula sono stati ricostruiti i motivi che portarono i due clan a sparare. Tra cui la lotta per controllare le piazze di spaccio di viale Rapisardi e corso Indipendenza, e dei problemi legati a donne.

La goccia che fece traboccare il vaso fu, secondo le ricostruzioni, l’aggressione a Gaetano Nobile da parte di Carmelo Distefano e alcuni suoi sodali. Dopo la violenza la situazione superò il punto di non ritorno, con entrambi i clan che si armarono per affrontare l’altro.

Le condanne

La sentenza di oggi riguarda le responsabilità del clan dei Cappello, che arrivò in viale Grimaldi con una colonna di scooter e motociclette. I giudici, escluse le aggravanti per motivi abietti, hanno rimodulato le pene in questo modo: 4 anni a Concetto Alessio Bertucci, 12 anni a Massimiliano Cappello, 9 anni a Sebastiano Cavallaro.

Le condanne rimodulate anche in 9 anni per Renzo Cristaudo, 7 anni e 4 mesi per Gaetano Ferrara, 12 anni per Rocco Ferrara, 10 anni per Luciano Guzzardi, 2 anni e 3.200 euro di multa per Santo Antonino Lorenzo Guzzardi, 9 anni per Gaetano Nobile, 10 anni per Riccardo Pedicone, 7 anni e 4 mesi per Rinaldo Puglisi, 9 anni per Luciano Tudisco.

La corte, oltre ad assolvere gli imputati per diversi altri capi di imputazione, ha disposto la revoca delle pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici per Santo Antonino Guzzardi e Gioacchino Spampinato. Ed ancora, la revoca per Concetto Alessio Bertucci dell’interdizione legale durante la pena e la sostituzione dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici con l’interdizione per 5 anni.

In più, è stata revocata la misura di sicurezza della libertà vigilata per Gioacchino Spampinato e la rideterminazione della stessa misura di sicurezza in 2 anni per Rinaldo Puglisi.

Le scarcerazioni

Nel processo per la sparatoria di Librino  i giudici hanno assolto per non avere commesso il fatto Gioacchino Sampinato, che in primo grado era stato condannato a 14 anni e 3 mesi di reclusione, ordinandone la scarcerazione se non detenuto per altra causa.

La Corte d’appello ha dichiarato anche la perdita di efficacia della misura cautelare per Santo Antonino Lorenzo Guzzardi, disponendone la scarcerazione se non detenuto per altra causa.


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