Cna Balneari ha sostenuto con fermezza la necessità di prevedere una proroga rispetto alla scadenza della vigenza delle attuali concessioni demaniali, marittime, fluviali e lacuali, a uso turistico e ricreativo.
Una proroga che superasse la scadenza fissata al 31 dicembre 2023 della legge annuale per il mercato e la concorrenza, per definire, a livello nazionale, attraverso una mappatura, il grado di disponibilità della risorsa cosiddetta spiaggia da rilevare in tutti gli ambiti del demanio avente finalità turistica ricreativa, garantire la continuità per le attuali imprese concessionarie e al contempo, programmare nuove iniziative imprenditoriali, sospendere le procedure di evidenza pubblica, istituire un tavolo tecnico con compiti consultivi e di indirizzo in materia di concessioni demaniali che definisca i criteri tecnici per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile.
Si tratta di misure e azioni già approvate nella recente legge Milleproroghe, necessarie per avviare un confronto con le istituzioni europee al fine di trovare una soluzione definitiva all’annosa questione balneare italiana, verificare l’inapplicabilità, per le attuali concessioni demaniali, dell’art. 12 della Direttiva Europea sui Servizi (la cosiddetta Bolkestein) assodabile dalla disponibilità del bene per nuove iniziative imprenditoriali, definire i contenuti per una riforma complessiva del demanio, riconoscere la tutela del legittimo affidamento e la continuità imprenditoriale per le attuali nel nostro ordinamento, della direttiva europea sui servizi (Bolkestein).
«Continuiamo a sostenere la nostra posizione», ha affermato Mario Fazio, presidente territoriale di Cna Balneari Catania, «consapevoli del valore di un comparto che si accinge a vivere una stagione balneare ai limiti della sostenibilità aziendale. Continuiamo a effettuare investimenti senza avere un briciolo di prospettiva pur consapevoli del fatto che la risorsa non è scarsa e vi è spazio per ulteriori iniziative imprenditoriali».
«Il nostro è un comparto che opera in maniera laboriosa sul demanio valorizzando la costa». Ha proseguito il dirigente di Cna, «ma che si ritrova ad affrontare quotidianamente diverse problematiche come gli ingenti danni subiti da alcuni stabilimenti, in occasione delle recenti mareggiate che hanno colpito pesantemente la costa, per i quali abbiamo chiesto forme di sostegno sia al governo regionale che all’Ars, e quella della mancata pulizia dei tratti di spiaggia libera che vanifica spesso gli investimenti affrontati costantemente dagli operatori privati per la quale chiediamo di destinare più risorse ai comuni».
Dal canto suo, il segretario provinciale di Cna Catania, Andrea Milazzo, ha ricordato le questioni derivanti dai Pudm, i Piani di utilizzo del demanio marittimo, «strumenti fondamentali, ma in alcuni casi mal progettati e senza alcuna condivisione con gli operatori e le associazioni locali, come nel caso di Mascali, dove era prevista la cancellazione di alcuni concessionari esistenti, per le quali si rende necessaria la semplificazione dei procedimenti di redazione e attuazione». Milazzo ha poi auspicato «la riorganizzazione degli uffici competenti per semplificare ulteriormente le procedure, anche in vista della prossima mappatura delle concessioni contemplata nel disposto normativo nazionale».