Il sindaco dovrebbe lavorare anche sui lavoratori della Rap sono troppo superficiali e dovrebbero avere come ho detto mille volte il braccialetto elettronico per verificare spazi e tempi di lavoro.
Sprofonda Draghi, Palermo rischia: le incognite di Lagalla
Commenti
Lascia un commento
Gli ultimi commenti su LiveSicilia
Il Presidente si è mosso troppo tardi. Speriamo che piova. Altrimenti avremo un'estate molto complicata altro che turismo. Si spera che ci sia prevenzione sugli incendi. Pensare al ponte sullo stretto è una follia. Il diritto alla salute è negato. Si pensi a garantirlo.
Il sindaco non è obiettivo su nulla. Persino su Cuffaro. Riscontro molta ipocrisia e pochi fatti concreti. Se risulta un'evasione del 50% la colpa non è solo di chi evade. In una Nazione coerente e seria Cuffaro non avrebbe potuto fare politica e giustamente.
L'errore principale da parte della società è stato quello di accettare le dimissioni di Baldini per prendere Corini ,un grande giocatore ma tecnico scarso, ché non ha dato un gioco ed in carattere alla squadra che lui ha costruito.Mignani è stata la pezza peggio del buco che dichiara che la squadra non l'ha fatta lui,allora perché accettare?
Lagalla non va niente bene e questo mi dispiace.
Se l’albero si riconosce dai frutti, saranno amari.
Perchè non bloccate le liquidazioni di Orlando e di tutto il Consiglio comunale uscente che ha prodotto questa catastrofe?????????????
Lagallo, ringrazia i tuoi amici del centrodestra che hanno fatto cadere Draghi. Ora i fondi te li danno loro.
certo, passare da Draghi alla statista de noiartri alla matriciana, non è un grosso affare.
Nè per Palermo nè per l’Italia.
Dopo le dimissioni di Mario Draghi, responsabile della cabina di regia nazionale del Piano di ripresa europeo, c’è il rischio di non raggiungere gli obiettivi fissati alla scadenza del 31 dicembre 2022. L’Italia ha incassato un prefinanziamento di 24,9 miliardi il 31 agosto 2021; la prima rata di 24,1 miliardi il 31 dicembre 2021; ha raggiunto i 45 obiettivi della seconda rata 30 giugno 2022, ma la relazione sullo Stato di Attuazione del Pnrr è congelata e dovrà essere verificata dalla Commissione UE prima di erogare i 24,1 miliardi; per la seconda rata 2022 serve l’approvazione di due riforme: quella della giustizia e quella della concorrenza, che il passaggio di legislatura e l’attività ridotta dei ministeri non consentono più di rispettare.