PALERMO – Presi di mira senza un perché. Lacrime, rabbia e in alcuni casi conseguenze fisiche per diversi giorni. Le vittime sono incredule, raccontano quello che è accaduto ancora amareggiate: “E’ violenza, è disprezzo, è disumanità”, dice una di loro. Ha 22 anni ed è una studentessa universitaria. Poche sere fa il suo rientro a casa è stato segnato da un evento che l’ha sconvolta.
“Sono ancora sotto choc”
“Sono stata circondata da un gruppo di ragazzini su scooter elettrici che mi hanno sputato in faccia, quasi investendomi – racconta a LiveSicilia -. Non li conoscevo, non ho detto nulla, non ho fatto nulla. La mia unica colpa? Camminare per strada. Sono ancora sotto choc”. La giovane stava percorrendo piazza Alcide De Gasperi, a pochi metri dallo stadio.
“Mi hanno letteralmente bloccato. Erano sei in tutto, con un’età compresa tra i 14 e i 18 anni. Sono fuggiti poco dopo. Io in quel momento ho provato disgusto, paura, rabbia e vergogna insieme. Mi sono sentita umiliata e violata, come se la mia dignità fosse stata sporcata da quel gesto vile e gratuito”.
Violenza e follia a Palermo: “Nessuno mi ha aiutato”
La ragazza racconta poi l’indifferenza di chi si trovava sul posto: “La strada era ancora molto trafficata, c’erano auto e pedoni, ma nessuno si è fermato, nessuno ha detto niente. Non so cosa possa spingere qualcuno a fare qualcosa del genere, ma so che non è uno scherzo. La violenza non è solo quella che lascia lividi sul corpo, ma quella che lascia il cuore pesante e la mente confusa, come è successo a me, ma anche alla madre di una mia amica, presa di mira con le stesse modalità in via Maqueda”.
“I nostri figli non possono vivere nella paura”
“Mia figlia è tornata in lacrime a casa – racconta la madre – ammutolita, mortificata da questo gesto inspiegabile. Non è possibile che i nostri figli debbano avere paura di camminare per strada nella propria città”. La 22enne non è purtroppo l’unica a raccontare un folle episodio avvenuto in strada a Palermo, dove continuano a registrarsi casi preoccupanti e l’escalation di violenza fa sempre più paura, soprattutto dopo l’omicidio di un 21enne in via Spinuzza, a pochi metri dal Teatro Massimo.
I pugni e la fuga in via Roma
In via Roma, poco prima di piazza Sturzo, un ragazzo di 28 anni è infatti stato colpito da sconosciuti con un casco. Si stava recando in una traversa, dove aveva parcheggiato la sua auto, ma ha improvvisamente sentito un dolore fitto alle spalle.
“Episodi figli della stessa mentalità”
“Ho visto due adolescenti con la coda dell’occhio – racconta – in pochi secondi sono scappati verso il Politeama, avevano in mano il casco con cui mi hanno colpito. Non ho avuto la forza di inseguirli, ero dolorante e molto scosso. Mi chiedo cosa stia accadendo, perché le nostre strade stiano diventando una giungla in cui si rischia la vita. Sono amareggiato, molto preoccupato. Tutti questi casi sono figli della stessa mentalità. Quella che porta a non avere rispetto della vita dell’altro al punto di uccidere, come è purtroppo successo questo fine settimana”.
Il caso in piazza XIII Vittime
Prova lo stesso sconforto un altro palermitano che racconta la sua brutta esperienza, avvenuta in questo caso dalle parti di piazza XIII Vittime. “Ho ricevuto un colpo secco sotto la scapola, ho rischiato di finire all’ospedale”. Parole amare, che descrivono l’ennesimo grave episodio in città.
“Nessun controllo contro la violenza a Palermo”
“Avevo appena finito di lavorare, non li ho sentiti arrivare. Erano due ragazzini sugli scooter elettrici, silenziosi. Mi hanno sorpreso alle spalle. Ho provato un dolore intenso, durato poi diversi giorni. E non solo dal punto di vista fisico. Perché ciò che fa più male è l’assenza di controlli, di deterrenti contro fenomeni simili, sempre più diffusi a Palermo. Poche sere fa un ragazzo che stava lavorando con la sua famiglia è morto. Cos’altro deve accadere?
Scooter elettrici e illegalità
“Ci sono gruppi che si muovono in città su questi mezzi senza casco, né targa o assicurazione. Sanno di potere essere difficilmente identificati e di rimanere con ogni probabilità impuniti. Non si tratta di bravate – aggiunge – ma di violenza pura. Dobbiamo rassegnarci a tutto questo? Se la risposta è sì, non serve più nemmeno raccontare ciò che accade. Amo Palermo, ma adesso mi fa paura”.

