Stadio vietato al cronista |Interviene la Cassazione - Live Sicilia

Stadio vietato al cronista |Interviene la Cassazione

Al direttore del Calcio Catania erano stati contestati sette capi di imputazione.Ecco cosa è accaduto in Appello e in Cassazione.

CATANIA – Stadio vietato al noto giornalista Alessio D’Urso, prima le assoluzioni della Corte d’Appello per Pietro Lo Monaco, adesso arriva la prescrizione per uno dei capi d’accusa.  “La Cassazione – spiega il legale di Pietro Lo Monaco Carmen Toro – ha annullato senza rinvio la sentenza del 16 dicembre 2015 agli effetti penali, per essere il reato di cui al Capo B, cioè si trattava del dopo partita del Catania – Lazio del 20 aprile 2008 e del dopo partita di Catania Regina del 4 maggio 2008, estinti per prescrizione”.

In pratica al noto giornalista D’Urso, sarebbe stato impedito con la forza l’accesso dal personale di sicurezza su espressa indicazione del Lo Monaco alla presenza degli altri giornalisti.

La sentenza emessa dalla Cassazione, presieduta da Stefano Palla, ha annullato la sentenza della Corte d’Appello agli effetti civili e ha rinviato al giudice civile competente per valore in grado d’Appello.

“La Corte d’Appello, a sua volta aggiunge il legale Toro – nella sua sentenza aveva riformato la sentenza del tribunale di Catania e il 16 dicembre 2015 aveva assolto Lo Monaco dai reati del capo A e C, cioè la violenza privata, in quanto era accusato di aver impedito al giornalista di accedere allo stadio di Paternò per la partita Catania – Gela, in concorso con altri, fatti svolti il 29 luglio del 2007”.

Il Capo C era “per avere Lo Monaco nella qualità di amministratore delegato, dato disposizioni al personale di sicurezza di impedire fisicamente l’accesso alla sala stampa della sede del Calcio Catania al giornalista Alessio D’Urso in occasione della presentazione del nuovo allenatore”. “Con riferimento a questi capi – spiega l’avvocato – Lo Monaco era stato assolto. E anche con riferimento al Capo B, per gli altri due episodi del 14 aprile 2008, perché il fatto non sussiste, mentre limitatamente al fatto del 2 settembre 2007, il dopo partita di Catania – Genova perché il reato era stato dichiarato estinto per intervenuta prescrizione”.

La pena era stata rideterminata dalla Corte d’Appello. “Quando la Corte d’Appello – conclude Carmen Toro – ha riformato la sentenza di primo grado, ha rideterminato la pena residua in 4 mesi di reclusione e 4mila euro la provvisionale, invece il Tribunale di Catania lo aveva condannato a 8 mesi oltre al risarcimento del danno con una provvisionale di 8mila euro”.

“Sono molto contento per l’assoluzione del direttore Pietro Lo Monaco che so dedicarsi con grandissimo amore e volontà per le sorti del Catania calcio”, dichiara il legale Amara.

“La Corte di Cassazione – affermano Paolo Russo e Caterina Malavenda, legali di Alessio D’Urso – evidentemente non ha ritenuto di assolvere il Lo Monaco per i capi sottoposti alla sua attenzione in quanto gli stessi sono stati dichiarati prescritti. Vi è stato pertanto il rinvio alla Corte d’Appello di Catania per rivalutare i relativi aspetti risarcitori”.


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