Neanche la notizia delle indagini che coinvolgono Vannoni e la decisione degli "Spedali Civili" di sospendere le somministrazioni piegano le convinzioni del legale catanese. "Non vi è - dichiara - alcuna prova scientifica di effetti collaterali".
CATANIA – E’ una battaglia a suon di certificati medici, appelli ai mass media, ricorsi e sentenze dei tribunali. Una bufera giuridico mediatica che investe principalmente i pazienti affetti da malattie gravi, rare e degenerative che vedono nel metodo Stamina l’unica via di fuga dal loro estenuante calvario. Oggi in Italia chi ha una speranza di migliorare la sua qualità di vita tramite le infusioni di cellule staminali seguendo il metodo di Vannoni non può farlo anche se non ci sono evidenze scientifiche della loro pericolosità. LivesiciliaCatania ha incontrato l’avvocato Silvio Camiolo, legale che ha vinto diversi ricorsi davanti al Tribunale Sezione Lavoro di Catania, in materia di assistenza obbligatoria per far autorizzare a tanti malati gravi queste cure compassionevoli e che, essendo zio della piccola Smeraldina, la piccola che combatte dalla nascita i danni neurologici causati da un’asfissia ipossico-ischemica, vive il dramma dell’accesso a queste terapie in prima linea.
Da qualche giorno gli “Spedali Civili” di Brescia hanno sospeso la somministrazione del metodo Stamina, nonostante l’ordine dei giudici. Ezio Belleri, commissario straordinario dell’azienda ospedaliera, ha risposto che i medici che praticano le infusioni sono liberi di agire “secondo scienza e coscienza”, come commenta questa notizia?
“Così facendo i medici – spiega Camiolo – contravvengono a oltre 200 ordini dei giudici di somministrare la terapia come cura compassionevole. Loro non possono astenersi dal dare queste cure, glielo impone il giuramento di Ippocrate e la legge. Simili violazioni potranno essere deferite ai consigli dell’ordine e si prenderanno gli opportuni provvedimenti nelle rispettive sedi legali”.
Tuttavia circolano diverse notizie circa la pericolosità del metodo Stamina. C’è chi parla di aumento di cellule tumorali e chi addirittura parla della possibilità di contagio del virus della mucca pazza.
“Tutte illazioni non provate. Non vi è alcuna prova scientifica di effetti collaterali strettamente connessi alla metodica Stamina. Il fumo provoca il cancro è scritto a caratteri cubitali su tutti i pacchetti di sigarette eppure lo Stato ne autorizza la vendita consapevole dei devastanti effetti collaterali che il fumo può provocare. Parliamo dello stesso Stato che autorizza la chemio per il trattamento dei tumori, che è una terapia d’urto altamente invasiva, che procura un forte indebolimento. Eppure la chemio si pratica in regime convenzionato invece il Metodo STAMINA di cui non si conoscono controindicazioni viene messo all’indice. Inoltre stiamo parlando di notizie diffuse dai mass media in maniera poco precisa e sopratutto si tratta di notizie che si legano a un parere espresso da un comitato scientifico, nominato dal Ministro Lorenzin lo scorso mese di settembre, composto da medici che si erano già espressi in via preventiva in modo negativo contro tale metodica, ancor prima della sua sperimentazione. Un parere, è opportuno ricordarlo, espresso da un Comitato che secondo il TAR del Lazio non avrebbe dovuto esprimere in quanto tale comitato non era deputato a occuparsi dell’avvio della sperimentazione”.
Eppure Vannoni, promotore del metodo Stamina, risulta indagato oltre che per violazione della legge sulla privacy, per somministrazione di farmaci imperfetti ed esercizio abusivo della professione medica.
“Contro il metodo Stamina, ci sono solo attacchi ingiustificati. Diversi pazienti con malattie neurodegenerative hanno portato i loro certificati medici che dimostrano evidenti miglioramenti. E’ evidente che ci sono alla base interessi economici molto forti. Lo scorso 28 dicembre siamo stati a Roma a Montecitorio. Abbiamo organizzato una conferenza stampa e abbiamo spiegato le ragioni di questi malati mostrando i certificati medici attestanti i loro miglioramenti dovuti al metodo Stamina. Abbiamo materialmente fatto riprendere con le loro telecamere e ripreso le schede dei pazienti. Purtroppo nulla di tutto ciò è andato in onda. Come se ci fossero degli interessi superiori tesi a occultare le evidenze reali”.
Da Catania qual è il suo appello al Ministro Lorenzin.
“E’ necessario che parti la sperimentazione che si sta cercando di boicottare in tutti i modi possibili e immaginabili. Ma è altrettanto importante che ci lascino utilizzare le medesime terapie sotto il regime delle cure compassionevoli, ovvero quel regime che consente a tutti i malati gravi in pericolo di vita idi poter ricorrere e usufruire di quelle terapie ancora sufficientemente non sperimentate. Questo perché ci sono malati le cui aspettative di vita non possono di certo attendere le lungaggini burocratiche di una sperimentazione seria che duri 10 o 20 anni.
Il Professore Mauro Ferrari, nuovo presidente del Comitato Stamina, durante la trasmissione delle Iene ha dichiarato: “E’ il primo caso importante relativo alla così detta medicina rigenerativa in Italia, e questa avrà aspetti enormi che impatteranno sulla medicina stessa. Ciò che sarà deciso oggi avrà implicazioni per le generazioni future’’.
Cosa si aspetta dal nuovo comitato, che sembra già essere investito dalle polemiche mediatiche?
“Mi auguro che il nuovo Comitato sul metodo Stamina faccia un lavoro celere e oculato. Considerando in maniera inequivocabile che se oggi ci fossero dei problemi attestati sulla terapia Stamina correlata da una classifica certificata di effetti collaterali, non ci sarebbero oltre duecento ordinanze di tribunali che autorizzano altrettanti pazienti a bussare alle porte degli “Spedali Civili” di Brescia, costringendo gli stessi a estenuanti e costosi viaggi della speranza. Piuttosto ci sarebbero altri ospedali, sul territorio nazionale che potrebbero effettuare le somministrazioni di cellule staminali, secondo la metodica Stamina e offrire cure accessibili a più malati, di cui due in Sicilia che sono il Ferrarotto di Catania e Villa Santa Sofia Cervelli di Palermo”.
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