Si è svolto giovedì scorso a Catania il primo incontro dei fondatori della neonata Fondazione Siciliana per la Venture Philanthropypresso l’Acceleratore di Imprese di Telecom Italia, uno dei tre presenti sul territorio nazionale. Aggregando angel investor, esperti, ex startupper e mentor siciliani, la Fondazione nasce per integrarsi sinergicamente con le numerose esperienze di scouting e screening dell’innovazione che negli ultimi tempi hanno preso il via sia a livello locale che nazionale ed internazionale (ItaliaCamp, Telecom Italia Working Capital, Start-Cup, Enel Green Lab, Mind The Bridge, Italian Business and Investment Initiative, Il Talento delle Idee, solo per citarne alcuni) e favorire in forma stabile l’incontro tra investitori interessati alle start-up e idee di impresa che desiderassero localizzarsi in Sicilia: un dinamico ecosistema funzionale all’imprenditorialità.
Dopo aver stimolato le idee di impresa e la voglia di imprenditorialità, i soci della Fondazione proveranno a concretizzare e ad incidere su quel deficit nell’accesso a capitali di early stage che contrasta con la grande e diffusa vivacità di imprenditori, ricercatori ed amministratori, i quali faticano però ancora portare “a meta” con sistematicità le proposte migliori, anche per via di una limitata capacità di definire strategie sostenibili per le idee di impresa.
La Fondazione Siciliana per la Venture Philanthropy, vivrà principalmente di contribuzione finanziaria privata, attraverso la corresponsione di una quota annua da parte dei suoi soci: persone fisiche, aziende ed associazioni di categoria. Per realizzare il suo programma di attività si avvarrà anche del prezioso plafond di ore/anno che i Soci “elargiranno”. Quattro i punti centrali:
I. Interazione con i soggetti leader nello screening e scouting delle idee imprenditoriali a livello regionale, nazionale ed internazionale
II. Legal e Business Mentorship per gli aspiranti imprenditori, con il coinvolgimento dei soci interessati della Fondazione
III. Attività di matching e supporto legale standard per l’avvicinamento tra neo-imprenditori ed investitori soci della Fondazione
IV. Accordi con soggetti nazionali ed internazionali per favorire il ri-posizionamento delle start-up “prese in carico” dai Soci della Fondazione presso gli ecosistemi più adatti al loro sviluppo.
La Fondazione aderisce all’Italian Business Angel Network (IBAN) il cui Segretario Generale, Tomaso Marzotto Caotorta, presente a Catania, ha parlato dell’esperienza di matching tra start-up ad elevato potenziale di sviluppo e “investitori per passione” per i quali i capital gain rappresentano più che altro la misura di una capacità di scouting da verificare sul campo e anche di amore per il proprio territorio che si vuole così contribuire a sviluppare.
Questa esperienza pilota, cui stanno seguendo altre iniziative gemelle nel Lazio ed in Campania, mira a mettere in “moto”, a regime, circa 100 investitori / mentors e potenzialmente fino a 1,5 / 2 milioni di euro di capitale privato di rischio di “early stage” per anno, in ogni regione dove sarà replicata: una mole di risorse e di preziosa capacità imprenditoriale, messa a disposizione dagli Angel Investor a favore delle migliori start-up, a fronte dell’accesso ad un sistema privilegiato di relazioni con i maggiori “produttori di idee” del Paese.
L’adesione al programma della Fondazione da parte di operatori istituzionali nel capitale di rischio e la sinergia con le risorse pubbliche della nuova programmazione costituiranno infine, un volano per aumentare in via strutturale le probabilità di way-out e per condividere il rischio tra investitori. In programma, a regime, anche un’interazione tra le Fondazioni che prenderanno vita da giugno in poi.
Tra gli animatori dell’iniziativa la carismatica docente di economia Elita Schillaci, presidente della Fondazione, Andrea Gumina, Investors & Venture Capitals relator di ItaliaCamp, Antonio Perdichizzi, presidente dei giovani imprenditori di Catania e reduce da un tour, coast to coast, nei centri dell’innovazione made in USA, Marco Romano, presidente del Parco Scientifico e Tecnologico di Catania e Giovanni Coci eRaffaele Mazzeo di KPMG.
Ha detto bene Elida Schillaci: “La scommessa è quella di far diventare la Sicilia una startup Island che possa offrire opportunità ed essere attrattiva per l’intera area euro-mediterranea. Non ci serve un ponte di ferro e cemento, ma un ponte digitale, culturale, che leghi la nostra isola al resto del mondo. Un ponte su cui transitino informazioni, idee, opportunità. Questa è la strada e ci dobbiamo credere.”