Stm, i sindacati: "Non permetteremo perdite di posti di lavoro"

Stm, i sindacati: “Non permetteremo perdite di posti di lavoro”

Il nuovo piano industriale è stato presentato, ieri, al Mimit

CATANIA – I risultati dell’incontro di ieri al Mimit sulla vertenza St Microelectronics preoccupano i sindacati. A margine dell’incontro, l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Dagnino, si era intanto espresso nei termini di un cauto ottimismo. Ma il dibattito resta caldo.

Ugl Metalmeccanici: “Il piano industriale non ci soddisfa”

Angelo Mazzeo, vice segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici: “Il piano industriale, nonostante gli investimenti aziendali siano stati confermati, non ci soddisfa pienamente in quanto non vi sono state nessuna garanzia di salvaguardia dei livelli occupazionali dei siti italiani”.

E continua: “Anzi, l’azienda, solo al termine dell’incontro ha dichiarato circa 2800 esuberi a livello globale senza dare indicazioni esatte su dove avverranno questi interventi. Questo ci preoccupa e non poco per i nostri siti italiani”.

“Durante la presentazione del piano industriale – spiega Mazzeo – sono stati presentati altresì delle variazioni strutturali nei siti di Catania e Agrate, con la visione dei nuovi layout degli stabilimenti che inducono a pensare l’eliminazione di fab produttivi come ad esempio il reparto CT6 di Catania, che occupa attualmente circa 600 persone, sarà completamente dismesso, e la produzione sarà trasferita verosimilmente al nuovo sito produttivo Sic-Campus dettagli, tuttavia, non sono stati forniti chiari sulla gestione del personale coinvolto”.

E conclude: “Non permetteremo assolutamente perdite di posti di lavoro. Chiediamo all’azienda di confermare gli investimenti ma allo stesso tempo di preservare il livello occupazionale”.

Fim-Cisl: “Piano ambizioso, ma non sostenibile”

Massimiliano Nobis, segretario nazionale Fim-Cisl. “Su Catania non è ancora chiaro in che tempi avverra’ il passaggio dei lavoratori dalla fabbrica a 6′ a quella ad 8′. Ad oggi non conosciamo ancora nel dettaglio il piano industriale 2025-27 presentato dal board al Capital Market dello scorso novembre, dove si parlava di un intervento di salvataggio a tre cifre”.

“Quanto incide sui siti italiani, quanto sul livello occupazionale?“, chiede Nobis. “Poco serio e rispettoso per i presenti al tavolo aver saputo dall’azienda solo alla fine dell’incontro che il taglio occupazionale mondiale sarà di 2.800 dipendenti”, evidenzia il sindacalista.

Uilm: “I nostri dubbi permangono”

Rocco Palombella, segretario generale UIl. Il piano industriale “è sicuramente corposo, ma abbiamo bisogno di approfondirlo e discuterlo nel dettaglio. Non sono state paventate chiusure di siti, ma i nostri dubbi permangono alla luce di una situazione di incertezza finanziaria e del mercato. Abbiamo la necessita’ di approfondire ed è per questo che abbiamo deciso di chiedere incontri di merito con un calendario che verrà deciso nei prossimi giorni”.

Adorno (M5s): “Dove sono finite le assunzioni promesse?”

Interviene anche la politica. Così la deputata Ars del Movimento cinque stelle Lidia Adorno: “STMicroelectronics ha annunciato un investimento di oltre 5 miliardi di euro per realizzare il nuovo stabilimento di Catania. Di questo importante, circa 2 miliardi di euro sono stati concessi sotto forma di sovvenzione diretta dallo Stato italiano, nell’ambito del Chips Act dell’Unione Europea.

“Dunque, un investimento imponente, sostenuto anche da fondi europei, presentato come un’opportunità storica per il Sud e per l’Italia intera – afferma – E oggi ci ritroviamo con 2.500 lavoratori ancora in cassa integrazione e nessun piano serio sulle assunzioni promesse. Dove sono finite le garanzie occupazionali ei nuovi posti di lavoro promessi? Dove sono finiti gli impegni presi con i cittadini, con i lavoratori, con le istituzioni?”.

E continua: “Una grande azienda non può pensare di prendere i soldi pubblici e voltarsi dall’altra parte. Le crisi industriali possono capitare, certo, ma non si risolvono scaricando tutto il peso sui lavoratori. Come se il lavoro di un operaio valesse meno di quello di un manager. Non lo accettiamo e non lo accetteremo mai”.


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