“Il governo svende Stm| per un tozzo di pane" - Live Sicilia

“Il governo svende Stm| per un tozzo di pane”

La protesta unitaria dei sindacati ha visto il sostegno dei partiti della sinistra radicale e del primo cittadino, Enzo Bianco. Stamane, infatti, il sindaco ha ufficializzato la creazione di un “tavolo tecnico permanente” per venire a capo della vicenda.

Sciopero dei lavoratori
di
3 min di lettura

CATANIA –  Lavoratori e sindacati in piazza per salvare la St Microelectronics. Un lungo serpentone ha attraversato le strade della città contro la scelta del governo italiano di cedere la sua partecipazione azionaria in ST, una decisione che avrà pesanti ricadute in termini occupazionali soprattutto nel sito catanese. Una protesta unitaria dei sindacati confederali che ha visto il sostegno dei partiti della sinistra radicale e del primo cittadino, Enzo Bianco. Stamane, infatti, il sindaco ha ufficializzato la creazione di un “tavolo tecnico permanente” per venire a capo della vicenda, che vedrà la partecipazione congiunta dei vertici delle aziende legate al settore della microelettronica e delle sigle sindacali. Rosaria Rotolo, segretaria della Cisl etnea, spera che il tavolo sia l’occasione “per conoscere i piani d’investimento dell’azienda sul territorio catanese e determinare subito percorsi e obiettivi da raggiungere”.

Dello stesso parere Angelo Villari, segretario della Cgil, che bolla la decisione del governo Letta come “un errore gravissimo”, in netta “controtendenza con la politica di sviluppo della Francia, che invece investe sul settore della microelettronica perché lo considera strategico per lo sviluppo e l’occupazione”. Sul piatto della bilancia, infatti, ci sono gli aumenti dei fondi che l’Europa ha deciso di destinare al comparto della microelettronica e la politica a due velocità che Stm sta conducendo nei vari stabilimenti europei, potenziando quelli francesi e trascurando quelli italiani. “Ci si chiediamo perché la Francia, ST e l’UE stiano investendo a Grenoble 3.1 miliardi di euro e perché ciò non appare possibile a Catania, che è pure area a Obiettivo 1 per l’Europa”, dice il segretario della Fiom Cgil, Stefano Materia. All’interno del corteo ci sono anche i lavoratori di Micron, l’azienda ha recentemente annunciato una ristrutturazione che prevede un taglio del 5% della forza lavoro in tutto il mondo. E pensare che Micron ha già ridotto il proprio organico, passando da tremila a mille unità nel giro di pochi mesi. Un disastro che in tanti addebitano alla stessa Stm “che ha preferito vendere il ramo memoria con il risultato che Micron annuncia esuberi, e ha spostato nello stabilimento della M6 destinato ai dispositivi elettronici da 7 e 12 pollici, produzioni a basso valore aggiunto, in un settore diverso da quello della microelettronica”.

La grave crisi occupazionale che rischia di abbattersi sul territorio ricompatta partiti e movimenti di sinistra che fanno del tema del lavoro la loro stella polare. Praticamente unanime il biasimo nei confronti del governo Letta. “E’ intollerabile che questo governo iperliberista, che non ha fatto niente per il Mezzogiorno né per l’occupazione, pensi di fare cassa sulla pelle dei lavoratori siciliani mettendone a rischio il futuro”, dice Patrizia Maltese, segretaria del Pdci. I militanti di Catania Bene Comune rilanciano: “Saremo accanto alle lavoratrici e ai lavoratori nella battaglia per il rilancio di ST a Catania e di tutte le aziende collegate, per la difesa dell’occupazione e per il ritiro della proposta di dismissione della partecipazione statale in ST prevista dalla Legge di Stabilità”.

Ma sottolineano: “Non possiamo accettare l’ipocrisia di alcuni rappresentanti delle Istituzioni locali che nelle dichiarazioni pubbliche fingono di difendere i lavoratori ma poi, nelle stanze romane, sostengono il Governo Letta rendendosi complici della devastazione occupazionale e sociale che incombe sul nostro territorio”. Sel non sta a guardare. Il neo coordinatore provinciale, Francesco Alparone, pur salutando positivamente la nascita del tavolo tecnico comunale, mette in guardia dalla situazione complessiva. “La decisione di vendere le quote azionarie pubbliche rappresenta un atto grave e incomprensibile per lo sviluppo industriale del Paese”. Il neo segretario ha reso noto che il deputato nazionale di Sel, Erasmo Palazzotto, ha presentato questa mattina un’interrogazione parlamentare “per chiedere un cambio di rotta” al governo. “La federazione catanese pone al centro il tema del lavoro, per questo stiamo creando un gruppo che farà una mappatura delle vertenze che riguardano la città e la provincia”, dice Alparone.

 

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI