Strade, lavoro, conti e società | Dossier Sicilia per il nuovo governo - Live Sicilia

Strade, lavoro, conti e società | Dossier Sicilia per il nuovo governo

L'esecutivo dovrà occuparsi anche della fusione fra Cas e Anas e di Riscossione Sicilia. Musumeci e Orlando criticano l'assenza di dibattito sul Sud

LA CRISI E IL FUTURO
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PALERMO – Dalle vertenze per migliaia di lavoratori agli accordi finanziari passando le infrastrutture. Sono solo alcuni dei contenuti del “dossier Sicilia” che il prossimo esecutivo si troverà al a tavolo . E così anche se il presidente della Regione Nello Musumeci, dalla sua pagina Facebook, ha denunciato il fatto che,a suo avviso, “il Sud Italia continua ad essere vergognosamente il grande assente nel confronto politico di questi ultimi giorni sul probabile nuovo governo Movimento cinque stelle Partito democratico”, certamente il nuovo governo nazionale non potrà ignorare alcune delle questioni che Palermo porrà a Roma.

Prima fra tutte  è la questione del lavoro. I casi sono parecchi e  fra quelli più scottanti c’è quello di Termini Imerese, di Blutec. I lavoratori dell’ex stabilimento Fiat hanno avuto una proroga della cassa integrazione per sei mesi a febbraio, ma ora c’è di nuovo il rischio di perdere l’ammortizzatore sociale. Poi c’è un’altra vertenza che interessa l’Isola, quella di Almaviva. Il colosso dei call center conta cinque mila dipendenti in Sicilia e 2800 a Palermo, e da tempo è al centro di una vertenza che sarà al tavolo del prossimo ministro dello Sviluppo economico.

Una delle crisi più nere è quella di Cmc. La storia comincia nella seconda metà del 2018, quando il colosso edile ravennate, contraente principale di Anas per la Palermo-Agrigento, non è stato più in grado di trasferire un euro nelle casse delle sue controllate; una di esse è la Bolognetta scpa, sommersa da 5 milioni di euro di debiti con fornitori e subappaltatori. Le modifiche al fondo salva opere approvato dal Consiglio dei ministri che avrebbero permesso un rapido pagamento delle aziende in crisi sono state messe a rischio dalla crisi di governo ma adesso tutto potrebbe rientrare.

E a proposito di infrastrutture c’è il tavolo continuo fra Roma e Palermo, sul negoziato per la fusione fra Cas e Anas di cui si parla ormai da anni, e tutte le politiche che riguardano le infrastrutture. Musumeci non ha mai risparmiato le critiche sia al ministro del Movimento cinque stelle Danilo Toninelli sia ad Anas. Adesso gli interlocutori potrebbero cambiare ma chiaramente la posizione e le richieste della Sicilia non cambieranno. Da ultimo, non ci si può scordare del commissario straordinario del governo per le strade provinciali. Nei mesi scorsi è stata trovata l’intesa sul nome ma ancora non è stato emanato il decreto che dovrà essere il risultato dell’intesa fra Roma e Palermo sul perimetro dei poteri da dare a Gianluca Ievolella, il commissario designato.

Infine, ma non ultimo per importanza, c’è la questione degli accordi finanziari. Su questo terreno, infatti, in questa legislatura regionale si gioca, forse la più importante partita, dato che in questo anno e mezzo Roma ha accordato flessibilità sul disavanzo e non solo e un ricalcolo del prelievo forzoso. Proprio grazie al risultato di questi accordi Palazzo d’Orleans ha potuto dare fiato alle province, scongiurare manovre lacrime e sangue, rivendicare una maggiore autonomia finanziaria.

L’autonomia delle finanze d’altronde è al centro del principale accordo di riscrittura dei rapporti fra lo Stato e la Regione che mira ad approvare un nuovo metodo di distribuzione delle entrate tributarie. Nel Def regionale stesso viene spiegato qual è l’obiettivo. Le norme d’applicazione dello Statuto che riguardano i rapporti finanziari risalgono al 1965 e sono state modificate “solo parzialmente” negli ultimi anni, e per questo, si continua a leggere nel documento, “dovranno essere sottoposte a riforma da approvare entro il prossimo settembre”.

Parlando di tasse, inoltre, al nuovo governo toccherà gestire un altro dossier: quello che riguarda Riscossione Sicilia. Anche la società di riscossione nostrana infatti dovrebbe andare a nozze con l’alter ego nazionale e quindi con l’Agenzia delle Entrate ma anche in questo caso, dopo che la Regione ha deciso di chiudere l’azienda, poco o niente è stato fatto per concludere la questione. Novità potrebbero arrivare entro l’anno, quando è previsto il termine per la liquidazione: ma si transiterà nell’azienda statale o no?

Insomma, il dossier Sicilia che attende il governo Conte bis e i suoi uomini è già zeppo di questioni da trattare mentre a queste si sommano tutte le richieste dei politici perché il prossimo esecutivo si occupi del Sud. Dopo le critiche di Musumeci anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, infatti, ha annunciato che chiederà un incontro al presidente del Consiglio per discutere di Sud ed enti locali.


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