Monreale, la strage e una domanda

Monreale, non doveva succedere: la rabbia e il dolore di tutti noi

La rabbia, la vicinanza al dolore e l'abisso di una strage

Non doveva succedere. Noi non dovremmo essere qui a interrogarci, a scrutarci dentro, a guardare fuori, dopo la strage di Monreale. Non doveva succedere. Massimo, Andrea e Salvatore non dovevano morire giovani nel modo che sappiamo.

Non doveva succedere: è il culmine della rabbia, la sorgente della ferita. Tutte le analisi del dopo, quelle assennate, quelle un po’ meno, tutti i discorsi postumi, tutte le parole nobili, necessarie o superflue, si scontrano col monolite piantato in fondo alla nostra coscienza che grida. Non doveva succedere.

A proposito dei ragionamenti paralleli, sbaglia che si esprime con odio discriminante nei confronti dello Zen, globalmente inteso. Le scelte sono individuali, anche se il contesto riveste un significato. Ma ci si può sottrarre alla violenza.

Ecco perché incorre nell’errore opposto chi applica una sorta di determinismo quasi giustificazionista, in nome della periferia difficile. Chi uccide è un assassino, a qualunque latitudine. La punizione e la condanna morale appartengono a un sistema di regole che non si riferiscono alla destra o alla sinistra, ma alla civiltà.

Noi siamo qui, con le parole del dopo, incastrati nello sconvolgimento del prima. Con riflessioni che serviranno fino a un certo punto, fino alla prossima mattanza. Resisteremo ancora un po’, sulla linea dei social, sciorinando concetti, retoriche e deplorazioni.

I colori dello sdegno appassiranno, a poco a poco, al sorgere del sole crescente dell’indifferenza. E resterà il dolore. Resterà l’immagine di Andrea che segna da morto, in una toccante cerimonia, l’ultimo gol, al posto dei tanti che avrebbe segnato da vivo. Resteranno i giorni spezzati di Massimo e Salvatore.

Resterà il dolore per genitori privi dei figli, per i portatori di legami tranciati, per i familiari, per gli amici. E sarà per sempre. E sarà il vero fine pena mai. A loro, ancora una volta, il nostro abbraccio immenso di oggi e domani.

Non doveva succedere. Ma è successo e questo racconta l’abisso. Con una drammatica postilla che mette insieme diversi fatti di cronaca e il rischio di tutti: se non è già allarme rosso sicurezza, cosa mai dovrà succedere affinché lo sia? Una domanda da rivolgere alle istituzioni che sono tali perché devono fornire risposte concrete. Il dibattito plurimo e ridondante sul disagio giovanile è più adatto ad altre sedi.

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