Strage di Suviana, il ricordo di Vincenzo: "Partito per la famiglia"

Strage di Suviana, il ricordo di Vincenzo: “Partito per la famiglia”

Le parole del sindaco di Sinagra

SINAGRA (MESSINA) – “Tutti insieme piangiamo questa perdita incolmabile, è una doppia tragedia, la tragedia di chi perde la vita lavorando e di chi è costretto a vivere lontano non per una scelta ma per un obbligo. Noi meridionali siamo spesso costretti ad andare via, ad assistere allo spopolamento del territorio per la mancanza di lavoro, anche se era chiaro che nelle intenzioni di Vincenzo Franchina, come di tanti altri, c’era l’intenzione di tornare qui, ma ciò non è avvenuto”. Lo ha detto il sindaco di Sinagra Nino Musca parlando di Vincenzo Franchina, morto nella strage di Suviana.

“Era andato via per migliorare la sua posizione”

“Il mio ricordo di Vincenzo è di una persona perbene, buona, educata, gentile – aggiunge -. Tutti coloro che lo conoscevano condividono il ricordo di una persona perbene, di grande educazione, grande lavoratore tanto che aveva cominciato a lavorare subito, fin dopo aver conseguito il diploma. Era andato via per migliorare la posizione e per far crescere una famiglia come giusto che sia. Come comunità sinagrese condividiamo il grande dolore della famiglia. Anche i sindaci delle comunità vicine, che ringrazio, si sono stretti attorno a noi ed alla piccola comunità di Sinagra, è un momento di grande dolore per tutto il comprensorio”.

Folla in chiesa per rendere omaggio al feretro

Il feretro di Vincenzo Franchina da stamani è stato portato nella chiesa madre di San Michele Arcangelo a Sinagra (Me), il paese in provincia di Messina di cui era originario l’operaio. Accolto da parenti e amici. In chiesa tanta gente rende omaggio alla vittima in attesa dei funerali alle 16.

Il ricordo del parroco

“Era un giovane al quale ti affezionavi subito con cui entravi subito in sintonia, la sua timidezza innata gli impediva di mettersi al centro dell’attenzione. Era un ragazzo dai modi gentile e affabile con un temperamento mite. Nel dialogo ti lasciava parlare e poi ti rispondeva con atteggiamento accogliente. I pilastri della sua vita erano la famiglia, prima quella di origine, e poi la famiglia che si era era creato con Enza impreziosita dalla nascita di Tommaso”. Lo ha detto, durante l’omelia per i funerali di Vincenzo Franchina, padre Pietro Pizzuto parroco della chiesa di San Michele arcangelo di Sinagra (Messina)

“Altro pilastro – ha proseguito – di Vincenzo era il legame con sua terra di origine con le sue secolari tradizioni e poi l’amicizia che ha dato la possibilità di esprimere la sua generosità. Infine il lavoro che non era un semplice obbligo ma una vera ragione di vita era orgoglioso della posizione che si era conquistato con fatica e con passione”.

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