Ravanusa, operai sulla rete gas 5 giorni prima della strage

Ravanusa, operai sulla rete gas cinque giorni prima della strage

Primi passi delle indagini per capire le cause dell'esplosione
LA TRAGEDIA
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RAVANUSA (AGRIGENTO) – A Ravanusa si scava ancora tra le macerie per cercare disperatamente di salvare le altre due persone rimaste ancora disperse dopo la terribile esplosione di venerdì sera, ma intanto qualcosa si muove sul fronte delle indagini avviate per capire le cause del disastro. Secondo quanto riferisce l’Ansa, infatti, cinque giorni prima della strage c’era stato un intervento di manutenzione ordinaria sull’impianto della rete di metano che non aveva evidenziato alcuna criticità. La circostanza è stata accertata dai carabinieri, che ora dovranno acquisire il verbale d’intervento per verificare chi abbia materialmente eseguito il collaudo e se sia stato fatto a regola d’arte.

I nomi della tragedia

Toccherà alla Procura di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio, fare luce anche su questo aspetto. Il piccolo paese in provincia di Agrigento, intanto, piange i propri morti: dopo i quattro cadaveri ritrovati oggi, il bilancio sale tragicamente a sette vittime. A perdere la vita anche i due coniugi Giuseppe Carmina e Selene Pagliarello: la donna era al nono mese di gravidanza.  Oltre ai due sposi, ci sono anche Pietro Carmina (docente di Storia e Filosofia in pensione), Enza Zagarrio e Liliana Minacori, tirati fuori dai detriti nella notte tra sabato e domenica, quando erano state salvate due donne.

“L’Italia ci è vicina”

Il sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo, sostanzialmente non ha mai lasciato i diecimila metri quadri nei quali si è consumata la tragedia e ieri, nel corso di un vertice in Comune con il capo della protezione civile Fabrizio Curcio, ha ricevuto anche la telefonata di solidarietà da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Lui, così come tutta l’Italia, ci è vicino – afferma -. Saranno i magistrati ad accertare le cause di tutto questo, noi ora dobbiamo piangere i nostri morti e stare accanto a chi vive questo disagio”.

Ancora due nomi mancano all’appello

Nel dedalo di strade teatro della tragedia, intanto, si continua a scavare. Mancano all’appello ancora due persone, mentre due donne sono state tratte in salvo ancora in vita e si trovano in ospedale. Le squadre cinofile e Usar (Urban search and rescue) dei vigili del fuoco e la Protezione civile proseguono le ricerche. Circa duecento gli sfollati, che hanno trovato rifugio presso parenti e amici, mentre l’Asp di Agrigento ha attivato un punto di ascolto psicologico al quale possono rivolgersi i familiari dei dispersi e gli abitanti dell’area sgombrata dopo l’esplosione. 
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