Stupro di gruppo, Schifani: "Allungare la carcerazione preventiva"

Stupro di gruppo, Schifani: “Allungare la carcerazione preventiva”

"Lo dico sebbene io sia un garantista", sono le parole del governatore. Interviene anche il vicesindaco Carolina Varchi

PALERMO – “Sono un garantista, la mia posizione liberale è nota agli italiani, ma ritengo che in presenza di reati di allarme sociale in cui la prova è acquisita in modo inoppugnabile, sia sotto il profilo documentale sia sotto quello delle intercettazioni delle conversazioni tra questi ragazzi prima di essere ascoltati dalle forze dell’ordine, a cui va il mio totale plauso, occorrerebbe allungare o raddoppiare i termini della carcerazione preventiva”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, intervenendo oggi pomeriggio a TgCom24, in merito allo stupro di gruppo su una ragazza diciannovenne a Palermo, per il quale sono stati arrestati sette giovani. 

“Lo dico – ha aggiunto – assumendomi la piena responsabilità. Così si impedirebbe che con la scadenza dei termini possano essere presto rimessi fuori e magari ripetere così efferati comportamenti che sono esecrabili e offendono non solo la dignità di una persona, ma anche di una città , di una regione e di un un intero paese”. 

La Regione sarà parte civile

“Ieri ho preso atto di quanto accaduto – ha detto il governatore – e la costituzione di parte civile credo sia naturale per una Regione che si è data obiettivi di rigore e trasparenza, in particolare modo nei confronti di reati di allarme sociale come questo, per i quali in passato il governo Berlusconi ha aumentato l’entità della pena. Vorrei aggiungere una riflessione su due aspetti. Da un lato, sui tentativi di chiedere aiuto da parte di questa povera ragazza, a cui va la mia totale solidarietà così come ai genitori: bisogna capire se siano stati ignorati o non siano stati compresi. Questo sul piano sociale più che penale. Dall’altro lato – ha aggiunto Schifani – oggi mi ha colpito molto l’intervento del procuratore dei minori di Palermo, dottoressa Caramanna, che ha fondato l’analisi sull’aspetto sociale: si tratta di ragazzi provenienti non da famiglie poco benestanti, da condizioni di indigenza o di semi delinquenza, ma dalla media borghesia. Sono ragazzi a cui manca qualcosa sul piano educativo, dei valori e dei comportamenti”.

Varchi: “Chiederò all’avvocatura di costituirsi parte civile”

“La violenza sessuale avvenuta a Palermo lascia sgomenti e indignati. Da donna, voglio esprimere la mia vicinanza alla ragazza e alla sua famiglia. Mi auguro che la Giustizia faccia presto il suo corso. Perché barbarie come queste non sono ammesse in una società civile”. Lo scrive Carolina Varchi, deputata di Fdi e vicesindaco di Palermo, sulla propria pagina Facebook.

“Voglio sottolineare – aggiunge – il coraggio della ragazza. Denunciare la violenza rappresenta un importante gesto, che sia da incoraggiamento per tutte. Da vice sindaco, – conclude Varchi – chiederò all’avvocatura di costituirsi parte civile. Nessuna deve restare sola”.


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