Era di ieri la notizia che il Garante per la privacy avrebbe dato ragione a Raffaele Lombardo, nello scontro mediatico tra il presidente della Regione e la testata giornalistica ‘Sudpress‘, rea – stando all’accusa del governatore – di avere pubblicato un referto medico sulle condizioni di salute dello stesso Lombardo.
Il precedente.
Il motivo della pubblicazione nasceva da un’indiscrezione intercettata dai giornalisti di ‘Sud’, circa la veridicità di una diagnosi di aneurisma all’aorta per Raffaele Lombardo. Vicenda sulla quale la Procura di Catania avrebbe aperto un’inchiesta a metà settembre. Da lì, l’appello di Lombardo al Garante per la privacy, la cui risposta è appunto arrivata ieri. Il lancio d’agenzia annunciava che il Garante si era espresso in favore di Lombardo.
Oggi, la smentita di ‘Sud’, che attacca: “la diagnosi di aneurisma poteva essere pubblicata”.
Chi ha ragione, dunque? A leggere alcuni estratti dalla nota del Garante per la privacy, sembrerebbe entrambi. In realtà, il Garante evidenzia la pubblicazione di due diversi documenti, in due numeri della versione cartacea di ‘Sud’, nonché online.
Secondo l’Autorità per il trattamento dei dati personali, era lecito da parte della testata giornalistica pubblicare il referto medico, perchè poteva “ragionevolmente considerarsi di rilievo pubblico”. Ma il primo ottobre 2010 ‘Sud’ va oltre e pubblica l’esame ecocardiografico color-doppler di Lombardo. La diffusione del secondo documento, secondo il Garante per la privacy, è da ritenersi eccedente “alla luce della disciplina in materia di protezione dei dati personali e non giustificata sul piano dell’essenzialità dell’informazione”.
Peccato che la seconda pubblicazione, ritenuta illecita dall’Autorità, non è evidenziata nel testo del reclamo presentato da Raffaele Lombardo.