Nel 2011 Antonino Lauricella, boss della Kalsa, soprannominato “u scintilluni”, sembrava tutto fuorché uno degli uomini più ricercati della città.

C'è stata una stagione in cui i contatti si sono ripetuti fino a ritenere plausibile l'esistenza di un collegamento fra i mafiosi del capoluogo e l'entourage del latitante Matteo Messina Denaro. L'ultimo episodio è contenuto nelle carte dell'inchiesta sulla mafia di Pagliarelli, ma è all'Uditore che si concentrano i carabinieri.

di RICCARDO LO VERSO Quando i presunti triumviri del mandamento mafioso di Pagliarelli - Alessandro Alessi, Giuseppe Perrone e Vincenzo Giudice - capirono di essere braccati risposero salendo sul piedistallo dell'arroganza. Un gesto immortalato dai carabinieri di Palermo.

Il killer ergastolano, fratello di Giuseppe crivellato di colpi alla Zisa, spiega che “delle intercettazioni non tutto è stato compreso, si è fatta una lettura molto romanzata".

Vincenzo Giudice, uno dei presunti capi del mandamento mafioso di Pagliarelli, avrebbe commissionato pestaggi, estorsioni e organizzato traffici di droga. Ad un picciotto, però, bloccò una rapina ad un vecchietto perché "il Signore queste cose le castiga".

Si tratta di Giuseppe Calvaruso, accusato di avere imposto la fornitura dell'espresso ad un pentito ed ex proprietario di un bar. Prosegue il processo con altri dodici imputati.

Le indagini del Nucleo di polizia tributaria, dei finanzieri dello Scico di Roma e dei carabinieri del Comando provinciale di Palermo, riguardano anche bar e centri scommesse.

Depositato il primo verbale di Francesco Chiarello. Racconta di un summit al ristorante, del libro mastro delle estorsioni e del perché fu assassinato Giuseppe Di Giacomo, la cui ascesa nel mandamento palermitano di Porta Nuova fu stoppata con il piombo.

Le intercettazioni dell'incontro tra Giuseppe Bevilacqua e alcuni esponenti dei clan mafiosi avvengono durante le indagini della guardia di finanza sulla cosca di Tommaso Natale. Almeno otto i posti di lavori che sarebbero stati promessi e trovati ad amici e parenti dei boss.

Concetta Celano, nata a Siracusa ma residente a Torino, sarebbe stata la grossista da cui si sarebbero approvvigionati Vincenzo Giudice e Alessandro Alessi, considerati al vertice del mandamento di Pagliarelli.

Uno era stato processato e a assolto. Un altro aveva già pagato il conto con la giustizia. Il terzo, infine, gestirebbe il bar all'interno dell'ospedale Civico. (la foto all'interno)

Tredici associazioni sono state escluse dal processo Apocalisse che vede imputati presunti boss e gregari dei clan di Tommaso Natale, Resuttana, Partanna Mondello, San Lorenzo, Acquasanta, Pallavicino e Zen.