Le parole della madre di Aldo Naro, il giovane medico ucciso al Goa nel 2015

La confessione di Andrea Balsano e le testimonianza di alcuni clienti della discoteca.

Accuse di favoreggiamento e rissa. C'è pure il titolare del Goa. Caccia ai complici dell'omicida.

Ad un anno dalla morte del giovane medico, avvenuta il 14 febbraio 2015 all'interno della discoteca Goa durante una rissa, parla il padre Rosario Naro: "Aldo era il figlio di tutti, un ragazzo nei confronti del quale qualcuno si è accanito con estrema violenza. Io e la mia famiglia viviamo sospesi, la nostra esistenza va avanti per dargli giustizia".

Le indagini non si sono fermate con la condanna del ragazzo che colpì il giovane neolaureato in Medicina con un calcio alla testa. Su tredici persone pende una richiesta di rinvio a giudizio.

"Vogliamo stare da soli con il nostro dolore, quasto ragazzo non è l'unico responsabile della morte di mio figlio. Non ci resta che attendere".

Secondo il gup Salvatore Caponetto, l'imputato 17enne, reo confesso dell'omicidio del giovane medico all'interno della discoteca Goa, non ha mostrato di avere intrapreso il “percorso di revisione critica” dei fatti contestati. E così non può essere escluso il pericolo di reiterazione del reato.

I carabinieri hanno ricostruito gli ultimi istanti di vita di Aldo Naro, ucciso con un calcio durante una serata in discoteca, ed emergono una serie di circostanze da chiarire.

L'uomo, che ha raccolto la prima richiesta d'aiuto, rispondendo in maniera poco cortese a chi chiedeva soccorso per il giovane medico successivamente morto, negli attimi concitati dopo la lite al Goa ha subito un provvedimento disciplinare.

Sotto accusa per la morte del giovane neolaureato in medicina c'è un diciassettenne, reo confesso di avere sferrato il calcio mortale alla tempia di Aldo all'interno della discoteca Goa, allo Zen di Palermo, nel febbraio scorso. La difesa aveva chiesto la sospensione del processo e la messa alla prova, il giudice minorile l'ha negata. A novembre la sentenza. La madre: "Non perdono".

Sono cessate le esigenze cautelari legate alle indagini sull'omicidio del giovane neolaureato in Medicina, ucciso da un calcio alla tempia sferrato da un minorenne reo confesso del delitto. Il locale rientra in possesso dei proprietari ma senza licenza da ballo.

C'è un colpevole. Reo confesso del delitto. Ci sono, però, tante altre presunte responsabilità da accertare. Lo confermano le indagini che scavano nelle conversazioni dei protagonisti e nelle voci dello Zen.

Non convincono le testimonianze di molti protagonisti della folle notte nella discoteca palermitana. Secondo i carabinieri “erano in realtà mirate dolosamente a sminuire la gravità dell'accaduto e a favorire l'autore del reato".

È il drammatico esito a cui giungono i carabinieri di Palermo che hanno chiuso la prima parte delle indagini sull'assassinio del giovane neolaureato in Medicina avvenuto al Goa. Ci fu "una brutale aggressione da parte degli addetti alla sicurezza". Altre persone ora rischiano di finire sotto inchiesta.