"Buon compleanno, amore"| Lettera a un figlio che non c'è più - Live Sicilia

“Buon compleanno, amore”| Lettera a un figlio che non c’è più

Le parole della madre di Aldo Naro, il giovane medico ucciso al Goa nel 2015

PALERMO – “Buon compleanno amore, oggi sarebbero stati 30 anni. Invece qualcuno ha deciso che tu non avevi il diritto di vivere, ti hanno tolto la cosa a cui tenevi di più: la tua vita”. Sono le parole piene di dolore di Anna Maria Ferrara, la madre di Aldo Naro, il giovane medico di San Cataldo ucciso al Goa nel febbraio del 2015.

Si tratta di una breve lettera che la mamma del ragazzo ha condiviso sui social pochi giorni fa: il 2 settembre Aldo avrebbe spento trenta candeline, ma ormai da quattro anni, quello è diventato un giorno di lacrime e ricordi. Ma anche di domande, che da quella terribile notte in cui il ragazzo fu massacrato, cercano risposte.

La famiglia di Aldo pretende giustizia, i genitori da anni si battono convinti che non fu il solo Andrea Balsano, reo confesso del delitto e già condannato a dieci anni di carcere, a sferrare il calcio mortale. Aveva 17 anni quando avvenne la rissa e faceva il buttafuori nel locale, dopo essere stato reclutato nel quartiere dello Zen. In discoteca scoppiò improvvisamente il putiferio, Aldo fu preso di mira e massacrato.

La madre si chiede cosa abbia provato, quanto possa aver sofferto, con le altre parole che completano la lettera:Se ne sono fregati tutti quella notte della tua paura di morire e del tuo dolore fisico, dato che ti hanno massacrato di calci a più riprese, del senso di abbandono da parte di tutti. La cosa che mi addolora di più è immaginare la paura che avrai provato, quanto tutto ciò sia stato “terrificante “ per te. Chissà se hai urlato “mamma aiutami”. Tutto ciò ci addolora giorno dopo giorno. Io attendo sempre Giustizia, mio figlio Aldo attende Giustizia perché ad oggi no ne abbiamo visto neanche l‘ombra. Aldo ti vogliamo un mondo di bene, per sempre tuoi”. 

Oltre al ragazzo all’epoca minorenne, altre persone potrebbe avere partecipato all’omicidio. Lo scorso febbraio, dopo aver deciso condanne e assoluzioni per rissa e favoreggiamento, il giudice per l’udienza preliminare Fernando Sestito ha ordinato la trasmissione degli atti alla Procura per valutare la posizione di Francesco Troia, Gabriele Citarella e Pietro Covello in ordine al reato di omicidio. Una notizia che la famiglia aveva accolto in lacrime. 


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