La deposizione del collaboratore di giustizia: "Provenzano mi disse che a casa di Riina c'erano documenti, tra cui lettere che i due si erano scritti".

I dialoghi in carcere del capomafia con un affiliato alla sacra corona unita.

Al termine della sua lunga requisitoria, Patronaggio ha indicato nella scoperta da parte del giornalista del progetto di golpe del principe Valerio Borghese e del coinvolgimento nel piano di Cosa nostra la causa del delitto.

A seguito della “chiamata alle armi” da parte del boss Totò Riina e alle minacce di morte pervenute ai magistrati del processo “trattativa”, l’associazione studentesca ContrariaMente – Rete Universitaria Mediterranea, ha affisso, dal balcone dell’Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, uno striscione su cui si legge “Tu da che parte stai? Con Di Matteo”.

Dopo le minacce di morte pronunciate dal boss Salvatore Riina, detenuto in regime di 41 bis al carcere milanese di Opera, anche il Comitato ParteciPalermo ha voluto esprimere la propria vicinanza nei confronti del giudice Nino Di Matteo, ai magistrati della procura e ai tanti cittadini che nell'esercizio delle loro attività si espongono in prima persona. Si sono fatti riprendere, aderendo di buon grado all'iniziativa di ParteciPalermo: Roberto Alajmo, Rita Borsellino, Emilio Corrao, Umberto Di Maggio, Barbara Giangravè, Maria Antonietta La Barbera, Massimiliano Lombardo, Tiziana Martorana, Massimo Messina, Leoluca Orlando, Elena Pistillo. In video anche il fondatore del comitato, Francesco Bertolino e l'autore delle musiche, Marco Betta.

Il magistrato in un'intervista a la Repubblica: "Per il momento non ho alcuna intenzione di lasciare la mia città, so che nella mia terra tanti semplici cittadini condividono un sogno di giustizia e di verità".

Il commento del procuratore di Palermo all'inquietante vicenda che vede coinvolto il pm Nino Di Matteo, vittima di minacce.

Il collaboratore al processo sulla trattativa: "Facemmo delle simulazioni per provare i telecomandi che dovevano azionare l'autobomba circa 15 giorni prima della strage". Poi, sull'omicidio Lima: "Fu commissionato da Biondino".

Il processo è cominciato oggi davanti alla corte d'Assise d'Appello e per ricostruire gli episodi contestati, avvenuti fino al 1992.

Lo ha detto l'avvocato Luca Cianferoni, legale del boss, imputato di minaccia a corpo politico dello Stato al processo sulla trattativa Stato-mafia.

Il padrino corleonese, nonostante il 41 bis, continuerebbe a reggere le fila di Cosa nostra. Dal carcere, tramite i suoi parenti, avrebbe mantenuto i contatti con l'esterno. Le indagini della Procura di Caltanissetta si spingono fino in Salento. E dai colloqui con i parenti emerge una frase inquietante: "La Juve è una bomba".

L'aggiunto Teresa Principato al Festival della Legalità: "Il latitante di Castelvetrano non è il boss dei boss: i palermitani non glielo consentirebbero. I segreti di Riina? Non ce li ha lui". De Lucia: "Nelle grandi latitanze pezzi di istituzioni sono stati infedeli".

Dure reazioni all'intervista della figlia del boss. Maria Falcone si dice "sconcertata", mentre per Sonia Alfano si tratta di "uno spettacolino esasperante e disgustoso". Critiche anche dall'associazione che riunisce i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili e da Michele Costa, figlio del giudice assassinato da Cosa Nostra.

Pubblichiamo la biografia del colonnello Giuseppe Russo, scritta da Angelo Vecchio e tratta da "La mafia dalla A alla Z", la piccola enciclopedia di Cosa nostra edita dalla Novantacento.

Il procuratore di Palermo: "Sono comunque dichiarazioni che hanno un forte interesse processuale".