Le manette sono scattate appena Paolo pipitone e un suo complice, che ha patteggiato per due anni di reclusione, pena sospesa, hanno incassato 2 mila e 400 euro da una delle vittime. Ai due arrestati si sarebbero rivolte decine di persone.

Il disegno di legge del Pdl presentato questa mattina: prevede, tra l'altro, assistenza alle vittime e recupero dei beni confiscati

L'inchiesta che ha portato in carcere Francesco Abbate e Gaspare Delia e fatto scattare il sequestro di un patrimonio da 20 milioni di euro svela storie di ordinaria difficoltà. Dal costruttore al fornitore di materiale edile, al tabaccaio: in tanti sono finiti nella morsa degli strozzini.

Francesco Abbate e Gaspare Delia per anni avrebbero gestito un vastissimo giro di prestiti con tassi altissimi che ha coinvolto decine di imprenditori e commercianti della provincia di Palermo e di Trapani.

Due arresti da parte della guardia di finanza: Francesco Abbate e Gaspare Delia per anni avrebbero gestito un vastissimo giro di prestiti con tassi d'interesse fino al 300 per cento. Il primo ha un rapporto viscerale con la fede. Vittime imprenditori e commercianti, ma anche casalinghe e pensionati, delle province di Palermo e Trapani. Sigilli a un patrimonio da venti milioni di euro.

Le indagini sono state avviate dalle denuncia di una vittima, un imprenditore catanese che, supportato da una locale associazione antiracket, ha raccontato di avere dovuto restituire prestiti con tassi di interesse che, a volte, superavano il 100% annuo.

Le manette sono scattate per Letterio Scionti e Giuseppe Panarello: il primo prestava soldi con tassi fino al 250 per cento, il secondo riciclava i proventi.

Andrea Moceri, 53 anni di Campobello di Mazara, è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere. Arrestato dai carabinieri nel luglio 2004, avrebbe iniziato la sua attività di prestito "a strozzo" nel 1993. Tra le sue vittime numerosi imprenditori.

Salvatore Zichichi è finito in manette per usura: avrebbe prestato denaro a sette imprenditori del marmo con un tasso annuo

Per prestare il denaro non c'erano problemi. Poi però chiedeva tassi fino al centoventi per cento. E' stato arrestato per usura a Custonaci.

Il fondatore della nota associazione SOS racket si da fuoco davanti alla sede milanese della Rai. Un atto estremo di protesta che poteva costare la vita a Frediano Manzi.

Il 52% circa delle famiglie stenta a pagare le spese correnti nonché rate di mutui e prestiti alle banche e alle finanziarie. La situazione peggiora passando alle imprese, ormai al collasso a causa della crisi e della morsa restrittiva operata dagli istituti di credito, che non danno respiro a chi è in difficoltà.

Per alcuni degli indagati viene ipotizzata anche l'aggravante del metodo mafioso.

Il sequestro riguarda due conti correnti intestati a Domenico Caggegi, arrestato il 16 novembre scorso per usura ed estorsione continuata nell'ambito dell'operazione denominata "No problem".