Tangenti e favori al Civico| Quattro condanne e due assolti - Live Sicilia

Tangenti e favori al Civico| Quattro condanne e due assolti

Da sinistra Giustino Strano e Mario Re

Sotto processo gli ex primari Mario Re e Giustino Strano (nella foto)

PALERMO - LA SENTENZA D'APPELLO
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PALERMO – Cadono alcuni capi di imputazione per altri interviene la prescrizione. Risultato: pene ridotte e due assoluzioni al processo d’appello che vedeva imputati medici, dipendenti dell’ospedale Civico e imprenditori. Erano accusati, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta, peculato, truffa e falso.

Quattro anni e undici mesi (in primo grado erano stati sette anni e due mesi) sono stati inflitti a Mario Re, quattro anni e sette mesi (sei anni e 4 mesi in primo grado) a Giustino Strano, rispettivamente ex primario del reparto di Rianimazione ed ex responsabile del servizio di Medicina iperbarica dell’ospedale (sono stati interdetti per cinque anni dai pubblici uffici); due anni a Leonardo Cipriani (contro i cinque inflitti in Tribunale), vice di Carlo Marcelletti alla divisione di Cardiochirurgia pediatrica (nel suo caso erano già cadute le accuse di corruzione e falso ed era rimasta in piedi solo quella di peculato per alcune visite fatte in ospedale senza versare la quota spettante all’ospedale; quattro anni a M.R.C (due in meno del primo grado).

Assolti, invece, l’imprenditrice Anna Leonardi e Salvatore Colletto, dipendente della ditta Emolife. Gli erano stati inflitti, rispettivamente, cinque anni e nove mesi e quattro anni e tre mesi. Il processo nasceva dall’inchiesta della sezione Reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile che portò all’arresto di Marcelletti, primario di Cardiochirurgia pediatrica (morto suicida) e di Giuseppe Castorina, amministratore della Med Line che, dopo avere patteggiato una condanna a tre anni, ha iniziato a collaborare con i pm.

L’indagine svelò nel 2008 una serie di presunte irregolarità nella gestione degli appalti per le forniture di materiali e strumenti al Civico e di truffe e peculati ai danni dell’azienda ospedaliera. Grazie alla compiacenza dei medici, e sfruttando l’escamotage dell’urgenza, le forniture sarebbero state gonfiate. Marcelletti venne accusato anche di produzione di materiale pedopornografico in quanto dalle intercettazioni telefoniche emerse che scambiava messaggi hard con una minorenne. Nel processo era coinvolta la madre della ragazzina, M.R.C, accusata di produzione di materiale pornografico in concorso.

Fu Castorina a raccontare ai pubblici ministeri Sergio Demontis e Amelia Luise cosa sarebbe accaduto ai danni del Civico. “Lui (Mario Re ndr) aveva tutta una serie di benefit. Tra cene, congressi, viaggi. Noi di cene spendevamo da tre a quattromila euro al mese – mise a verbale -. E poi una Smart cabrio che ho fatto un passaggio di proprietà senza corresponsione di denaro da parte sua. Lui ha comprato un Mercedes S320. L’ha comprato lui, ha fatto un leasing e la rata mensile che lui pagava veniva prelevata in contanti da me. Almeno per questa macchina almeno cinquantamila euro li abbiamo usciti sicuro. Gli portavo ogni tanto un pezzo di uova di tonno”. E poi ci sarebbero stati i viaggi mascherati come “trasferte per i congressi” e gli abbonamenti in Tribuna allo stadio Barbera: “Facevo quattro abbonamenti l’anno, per me, mio figlio, il professore e suo figlio. Tribuna centralissima. Ogni anno ero duemila e quattrocento euro”. L’elenco dei benefit proseguirebbe con “Mont Blanc” e posti di lavoro: “Gli ho assunto una sua compaesana. Che lui me l’ha sponsorizzata”.

Stesso cliché per Strano: “Era stato creato in gara un kit che in realtà non aveva senso di esistere, ma era un kit che costava circa trecento euro, che era stato fra l’altro preparato ad arte da me, dove praticamente quando consegnavamo parte del materiale veniva addirittura pure buttato, perché lui non è che poteva usare. (Giustino Strano, ndr) pigliava il dieci per cento sulle forniture. Il dieci per cento dell’imponibile su qualsiasi tipo di fornitura. Io usavo delle scatole di sigari vuote dove dentro mettevo i soldi che gli ho consegnato”. L’azienda ospedaliera Civico, a cui è stata riconosciuta una provvisionale di cento mila euro, era costituita parte civile. Il collegio di appello era presieduto da Raimondo Lo Forti, relatore Mario Conte, giudice a latere Egidio La Neve.

 


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