"La mia nomina? Non so nulla" | E il dipartimento non parte - Live Sicilia

“La mia nomina? Non so nulla” | E il dipartimento non parte

Era stato scelto per guidare il dipartimento che avrebbe dovuto verificare le gare e le forniture della Regione. Ma il simbolo dell'antiracket ammette: "Non ho ancora ricevuto nessuna comunicazione". Così, l'ufficio, che avrebbe dovuto iniziare a funzionare dal primo marzo, è fermo. I Cobas Codir: "Adesso il rischio è la paralisi".

PALERMO – “Le dico la verità: non ne so nulla. Non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale. E attendo”. Tano Grasso è impegnato in una manifestazione. Ci chiede di richiamare. E invece, ci precede. Il “suo” ufficio, quello che il presidente Crocetta aveva annunciato come il “dipartimento dei dipartimenti”, dal quale far passare tutte le pratiche, gli appalti e le forniture, non è mai nato. Sarebbe dovuto entrare in funzione dal primo marzo, con la nomina di Grasso, vera garanzia per la verifica sulla “pulizia” di quegli affari, a dirigente generale. Una nomina solo annunciata, stando al racconto del diretto interessato: “L’ufficio è fermo? Io non ne so nulla – dice Grasso – visto che a me non è mai arrivata alcuna notifica, nessuna comunicazione ufficiale della  nomina a dirigente generale. Attendo quella, per entrare in servizio”.

Ma su quella nomina, adesso, è “giallo”. Nell’elenco delle delibere della Regione siciliana, pubblicate sul sito ufficiale, ecco la sfilza di nomine dei direttori, quelle figlie dello spoil system crocettiano. Ma tra quei nomi, manca proprio quello di Grasso. Un caso?

Il diretto interessato “dribbla” con eleganza la questione, ma nella sua voce, c’è una punta di sorpresa: “Non sento il presidente Crocetta da un po’. L’ultima volta che abbiamo parlato mi ha assicurato che non c’era alcun problema”. E il riferimento va soprattutto alle polemiche sorte in seguito alla scelta di Grasso. Secondo molti addetti ai lavori, una nomina non supportata dai requisiti minimi per ricoprire il ruolo di dirigente generale.

Una carica che, stando alla legge Brunetta, può essere conferita a “persone di particolare e comprovata qualificazione professionale, non rinvenibile nei ruoli dell’Amministrazione”, persone che abbiano “svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati […] con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali”, o quantomeno che abbiano “conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e postuniversitaria, da pubblicazioni scientifiche e da concrete esperienze di lavoro maturate per almeno un quinquennio”. Nel caso di Grasso, il curriculum è certamente corposo. Esperienze politiche (quattro anni in Parlamento col Pds), e soprattutto nell’associazionismo antiracket, oltre a pubblicazioni, saggi, riconoscimenti e premi. Ma nelle dodici pagine di curriculum inviate alla giunta, mancano proprio quei cinque anni di attività dirigenziale. Ciò che più si avvicina, è il ruolo di Commissario straordinario del governo per la lotta al racket, ricoperto tra il 1999 e il 2001 (per 26 mesi). Esperienza alla quale si aggiungono quelle di consulente al Comune di Napoli e Roma, e della Commissione parlamentare antimafia. Titoli che potrebbero non bastare. E la questione è finita anche in un’interrogazione parlamentare all’Ars, a firma Salvino Caputo.

Una cosa, al momento, è certa: il nuovo dipartimento non ha ancora visto la luce. I vecchi uffici, però, non hanno ricevuto alcuna proroga. Così, rischia di rimanere “sospeso” e immobile il settore degli appalti in Sicilia. La denuncia è deI sindacato Cobas Codir E Sadirs che puntano l’indice contro la situazione di stallo in alcuni uffici della Regione. Il “Dipartimento regionale tecnico”, infatti, era stato annunciato dal presidente Crocetta come la struttura deputata alla verifica di tutti gli appalti in Sicilia. Una verifica che trovava la propria “garanzia” proprio nella figura di Grasso. Una specie di super dirigente generale.

Ma quel dipartimento, le cui funzioni sono state definite da un decreto del 18 gennaio scorso, come detto, non esiste ancora. Così, ecco i primi problemi… tecnici: “Sono fermi in Sicilia – dichiarano i sindacati Cobas Codir e Sadirs – tutti gli appalti di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e convenzionata, gli appalti per la creazione di infrastrutture pubbliche (strade, ponti, ferrovie, etc.), l’Osservatorio e il controllo su tutti gli appalti pubblici, l’attività degli Urega (le stazioni appaltanti), la vigilanza sulle attività del CAS (Consorzio autostrade siciliane)”.

Il nuovo dipartimento doveva sorgere nell’ambito dell’assessorato alle Infrastrutture. Dal primo marzo, il personale, le attività e le funzioni attribuite alle strutture intermedie dello stesso Dipartimento avrebbero, infatti, dovuto essere pienamente operative per assicurare un rilancio delle attività precedentemente svolte dal Dipartimento Infrastrutture, Mobilità e Trasporti.

“Oggi, invece, – rilanciano Cobas Codir e Sadirs – i compiti del nuovo dipartimento non possono essere avviati a causa del mancato insediamento del dirigente generale scelto dalla giunta regionale e, conseguentemente, dell’assenza di personale assegnato e degli appositi contratti dirigenziali. Ad aggravare la situazione di stallo la mancata attribuzione ai dirigenti delle strutture preesistenti di una qualsiasi proroga delle attività svolte fino al 28 febbraio 2013”. E il dirigente generale, oggi, ammette: “Ancora nessuno mi ha comunicato che devo ricoprire quella carica”.


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