Taormina, il sogno di Verdone: | "Essere uno dei Vitelloni" - Live Sicilia

Taormina, il sogno di Verdone: | “Essere uno dei Vitelloni”

Nastri d'argento
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TAORMINA – Un sogno nel cassetto di Carlo Verdone? “Darei tutto pur di fare uno dei personaggi de I Vitelloni, quando l’ho visto ero piccolissimo, ma avrei accettato tutto da uno come Federico Fellini”. A parlare così, è Carlo Verdone a Taormina alla 70ma edizione dei Nastri d’Argento dove riceverà stasera il premio Nino Manfredi, insieme ad Antonio Albanese, per la commedia ‘L’abbiamo fatta grossa’. Nel futuro dell’attore-regista romano una commedia sulla fragilità delle coppie contemporanee, giovani e vecchie, mentre nel presente sicuramente il tifo per l’Italia che stasera si batterà con la Germania agli europei 2016: “Un’Italia – dice- che finalmente corre”. Manfredi per lui è totalmente diverso da Sordi: “Albertone era una maschera, Manfredi un attore diverso, più eclettico che ha fatto ruoli comici e drammatici e un capolavoro poi come ‘Straziami ma di baci saziami'”. Si irrita un po’ quando lo si chiama erede di Sordi: “Non ci sono suoi eredi. Non ci può essere comparazione con Sordi. Era un tipo preciso, voleva la verità e se cercavi di ingannarlo ti dava sberle in faccia e calci nel sedere”. Ancora su Manfredi continua Verdone: “era uno capace di tutto. Uno che ha fatto teatro con Strehler, ma anche Rugantino al Sistina, era insomma il colonnello della risata”. Per quanto riguarda la partita Italia-Germania per gli Europei 2016 che stasera a Taormina si vedrà al Teatro Antico: “resta un punto interrogativo – dice l’attore regista -, ma se l’Italia scende in campo con leggerezza andrà tutto bene anche se la Germania è forte. Noi abbiamo scoperto un po’ alla volta di avere molta fiducia in questa formazione che può riservare sorprese. Una nazionale, quella azzurra, che può stupire fomentata com’è da Conte e dal gruppo di calciatori che corrono per 90 minuti, mai vista una nazionale così. Grazie a Conte abbiamo una squadra così, uno che ha messo in campo e ha creduto in un giocatore come Pellé. Purtroppo in Italia è sempre la stessa storia scopriamo talenti e poi ce li facciamo rubare”. Sul prossimo film dice: “parlerà di debolezze e fragilità contemporanee nelle coppie giovani e di mezza età. Un film che sto scrivendo, con grande anticipo e attenzione, per girarlo poi tra Roma e Milano a febbraio-marzo e scegliendo attrici nuove, nuovi talenti. Così selezionerò tutte le agenzie per trovare quello che esattamente voglio”. E ancora sul nuovo film: “Noi siamo osservatori di una realtà che non ci piace, ma ci vuole slancio per captarne i dettagli e per capire i risvolti sociologici e psicologi di ciò che stiamo vivendo”. Solo elogi poi per il film di Genovese, ‘Perfetti sconosciuti’ e per quello di Mainetti ‘Jeeg Robot’: “Nel primo c’è gran senso del ritmo e della sceneggiatura e in Mainetti una grande originalità”. Il destino, infine, di Checco Zalone e del suo “Quo Vado?”, campione di incassi ma non di Palmares: “La forza di Zalone è la sua straordinaria scorrettezza, l’ha fatta diventare un’arma vincente. Lui riesce a dire tutto con il suo stile e riesce a portare questo suo dono al cinema”.

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