PALERMO – Palermo, Catania e Genova: sono queste le città “bocciate” dal ministero per i Beni culturali. O, per meglio dire, a essere stati bocciati sono i teatri Stabili che concorrevano per il titolo di Teatro nazionale e che invece adesso dovranno accontentarsi di quello di interesse culturale. Un esito in larga parte annunciato che, in fin dei conti, vale poco meno di 200mila euro l’anno ed evita di dover rispettare parametri stringenti: a bruciare, semmai, è il fatto che entrambi gli Stabili isolani non siano stati considerati all’altezza. Gli altri, da Roma a Napoli, dall’Emilia Romagna a Milano, passando per Torino, il Veneto e la Toscana, sono stati invece tutti promossi. Ben oltre le più rosee aspettative.
“Aspettiamo di conoscere le motivazioni della scelta del ministero – dice con una certa amarezza il direttore del Biondo, Roberto Alajmo – noi siamo il teatro di Emma Dante, che è l’unica vera novità del teatro italiano degli ultimi dieci anni. Possono esserci state anche valutazioni sulla situazione finanziaria, bisogna capire meglio. Se avessimo avuto gli sponsor di Milano o Torino, oggi saremmo un Teatro nazionale”. Malcontento condiviso, in modo anche più accentuato, dal Bellini di Catania.
L’ipotesi di una candidatura unitaria fra gli Stabili siciliani era naufragata presto, specie per i tempi ristretti, e anche l’alleanza con le realtà locali non ha visto la luce. Alla fine Biondo e Bellini hanno corso in solitaria, senza però arrivare alla meta. Ma i guai per il Biondo non finiscono qui: la Cgil ha infatti indetto uno sciopero per venerdì, giorno in cui si terrà il cda, mettendo a rischio la prima di Pino Caruso. I lavoratori del settore tecnico incroceranno le braccia dalle 20 alle 23 del 27 e 28 febbraio e dalle 17 alle 20 del 29; gli impiegati invece sciopereranno lunedì dalle 8 alle 14. Il sindacato protesta contro la soppressione dell’integrativo aziendale e dell’accordo sulla diaria per il personale in trasferta, oltre che per il mancato pagamento dello straordinario.
“La bocciatura del Biondo di Palermo come Teatro Nazionale è l’ennesima conferma che in questa città, in questa Regione, la programmazione è una parola sconosciuta – dicono in una nota i consiglieri comunali di Idv Filippo Occhipinti e Paolo Caracausi – avevamo avvertito della pochezza della proposta fatta per la candidatura a Teatro Nazionale, ma come al solito si va alla cieca. Il teatro Biondo è ormai a un bivio e i soci devono fare estrema chiarezza su quale sia il futuro di un pezzo di cultura di Palermo e di 44 lavoratori che sono stati chiamati più volte negli ultimi anni a contribuire, con grandi sacrifici per le loro famiglie, al risanamento del Teatro. Inoltre la passata gestione ha prodotto delle voragini nel bilancio e il consiglio di amministrazione, presidente in testa, non rende pubblici i bilanci negando ai cittadini il diritto di sapere come vengono spese le proprie tasse. Chiederemo agli uffici del Comune se, in qualità di socio con tanto di rappresentante in cda, Palazzo delle Aquile ha acquisito copia dei bilanci visti i cospicui finanziamenti versati, che prima si attestavano oltre i 5 milioni di euro e oggi sono ridotti a 2. Vogliamo capire, inoltre, perché non sia ancora stato erogato al Biondo il contributo comunale 2014. Il Direttore Alajmo è stato lasciato solo, dov’è la giunta Orlando? Questa ennesima bocciatura, seppur digeribile per il Teatro da un punto di vista economico, non può essere digerita dalla città e dai palermitani che ricevono l’ennesimo schiaffo”.