Tentata estorsione alla ditta dei rifiuti |Nuovo rinvio a giudizio per Brunetto - Live Sicilia

Tentata estorsione alla ditta dei rifiuti |Nuovo rinvio a giudizio per Brunetto

Nel secondo troncone dell’inchiesta sul furto e la tentata estorsione all’azienda Caruter, alla sbarra anche Alessandro Siligato e Luigi Franco.

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CATANIA. Si aprirà il primo luglio, davanti alla seconda sezione penale del tribunale di Catania, il secondo troncone del processo per la tentata estorsione ai danni della ditta Caruter, l’azienda che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti in alcuni comuni della fascia ionico etnea, tra cui Calatabiano. Alla sbarra Alessandro Siligato, Luigi Franco e Salvatore Brunetto, quest’ultimo ritenuto ai vertici dell’omonimo clan e fratello del boss di Fiumefreddo di Sicilia Paolo Brunetto, prematuramente scomparso nel 2013. Tutti sono accusati di tentata estorsione e furto, aggravati dall’aver commesso il fatto avvalendosi della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza al clan.

Nel corso dell’udienza preliminare, davanti al gup Francesco D’Arrigo, i difensori di fiducia di Salvatore Brunetto, Ernesto Pino e Michele Pansera, hanno sottolineato come già il tribunale del Riesame si fosse pronunciato sulla non sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza. Analoga tesi per l’imputato Luigi Franco, anch’egli assistito dall’avvocato Pino. Per Giovanni Spada, legale di Alessandro Siligato, agli arresti domiciliari dal giugno dello scorso anno, tutte le accuse rivolte al proprio assistito sarebbero riconducibili ad una malevola conversazione intercettata, che non comporterebbe alcuna responsabilità per l’imputato. Per tutti era stata chiesta una sentenza di non luogo a procedere per non aver commesso il fatto.

LA VICENDA. Nel novembre del 2013 i carabinieri di Calatabiano eseguono due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip su richiesta del sostituto procuratore di Catania Pasquale Pacifico, nei confronti del 53enne Vito Strano, ritenuto affiliato al clan Cintorrino, e del 43enne incensurato Pietro Ferretti, entrambi di Calatabiano. I due sono accusati del furto di due mezzi per la raccolta dei rifiuti, sottratti da un deposito di Pasteria, frazione di Calatabiano, e della tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni dell’azienda Caruter. Dagli altri veicoli presenti nell’autoparco vengono svitati i tappi dei serbatoi del carburante e lasciati in bella mostra. Per gli inquirenti un chiaro messaggio di natura estorsiva.

Nel corso di alcuni colloqui intercettati nel carcere di Bicocca tra il detenuto Vito Strano e Luigi Franco emergono nuovi particolari sulla vicenda. Il giorno del furto, Strano si sarebbe rivolto per la restituzione dei mezzi a Salvatore Brunetto, che avrebbe fornito garanzie sul proprio interessamento. Pochi giorni dopo quell’incontro Vito Strano avrebbe inviato a Fiumefreddo di Sicilia un proprio emissario per parlare con Alessandro Siligato, ritenuto uomo di fiducia di Brunetto. Siligato avrebbe mostrato il luogo in cui erano stati nascosti i due mezzi, nelle campagne di Contrada Pianotta. La stessa località nella quale furono poi fatti ritrovare ai titolari della ditta.

 

Nel giugno dello scorso anno, su disposizione del sostituto procuratore della Dda di Catania Iole Boscarino, i carabinieri sottopongono a fermo Salvatore Brunetto, Alessandro Siligato e Luigi Franco.


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