Dr Motor pare essere definitivamente fuori dall’operazione di rilancio dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. A darne notizia è il segretario della Uilm di Palermo, Vincenzo Comella, a conclusione di una riunione al ministero dello Sviluppo alla quale hanno partecipato i segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm.”Il ministero – riferisce Comella – riconvocherà i sindacati tra meno di venti giorni per fare il punto sui primi contatti con i produttori di auto e relazionare su eventuali manifestazioni d’interesse”. In particolare, per trovare una soluzione alla vertenza Termini Imerese, pare che il governo abbia intenzione di avviare contatti con 17 case automobilistiche di livello internazionale con l’obiettivo di verificare un eventuale interesse a rilevare la fabbrica che Fiat ha chiuso lo scorso dicembre. “Si parla di un bando internazionale che gestirebbe direttamente il ministero – dice Roberto Mastrosimone, segretario provinciale della Fiom – . Comunque, l’ipotesi che l’Italia possa aprire le porte ad altre case automobilistiche non può che rappresentare una novità importante per il Paese. Anche se sono convinto che ogni tipo di ragionamento dovrà comunque coinvolgere la Fiat. Non dimentichiamo che ad oggi resta la proprietaria dello stabilimento”.
Che la partita sul futuro di Termini si fosse riaperta lo si era capito già lo scorso 4 giugno quando il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, preso atto che il suo ultimatum al patron della Dr Motor, Massimo Di Risio, per presentare le garanzie finanziarie con cui fronteggiare il piano di rilancio, era scaduto senza risposte, aveva detto chiaramente che il governo era pronto a vagliare altre proposte. Nonostante ciò, all’imprenditore molisano era stata accordata una ulteriore proroga scaduta ieri. Di Risio aveva infatti chiesto ancora due settimane per trovare un partner con cui far fronte ai problemi finanziari che di fatto gli impediscono l’avvio della produzione di auto.
I 15 giorni sono passati, ma da Macchia d’Isernia, sede della Dr, non è giunto alcun segnale. Solo una nota di qualche minuto fa per smentire “le voci che la vedono fuori dall’operazione Termini Imerese. E aggiungere: “Continuiamo a lavorare per la ricapitalizzazione. Chery e il gruppo turco Mermerler hanno formalmente manifestato interesse. Basta con le azioni di disturbo alle nostre trattative. La società non ha ricevuto al momento alcuna comunicazione ufficiale da parte di Invitalia né dal Ministero”.
Intanto, però, il sottosegretario del ministero, Claudio De Vincenti, ha ritenuto opportuno convocare i sindacati per comunicare i prossimi passi. “Oggi – fanno sapere i sindacati – ci è stato detto che il ritardo nella convocazione della prossima riunione è dovuta al fatto che si sta cercando una soluzione sugli esodati e sull’approvazione del secondo anno di cassa integrazione”. “Il governo nazionale infatti – spiega Mastrosimone – si è assunto degli impegni prioritari: portare alla pensione i 640 esodati e garantire un secondo anno di cassa integrazione agli altri lavoratori”.
A questo punto la palla passa al ministero. E l’advisor Invitalia, che finora ha guidato la partita, pare essere destinato a restare in panchina.