Cassa integrazione di un anno| per gli operai della Delivery email - Live Sicilia

Cassa integrazione di un anno| per gli operai della Delivery email

La diretta Fiat, dopo l'occupazione dei tetti
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Primo traguardo raggiunto per i 18 lavoratori della “Delivery email”, azienda dell’indotto Fiat di Termini Imerese. E’stata sottoscritta oggi pomeriggio la cassa integrazione per 12 mesi in deroga per gli operai che la settimana scorsa avevano inscenato una protesta salendo per alcuni giorni sul tetto di uno dei capannoni dello stabilimento Fiat nel palermitano. La Delivery email che dal primo febbraio non si occuperà più della pulizia dei cassoni all’interno dello stabilimento poiché la Fiat ha deciso di riassorbire l’attività. Il provvedimento è stato siglato dall’assessore regionale del Lavoro, Lino Leanza, dal dirigente generale del Dipartimento regionale del Lavoro, Alessandra Russo, dai rappresentanti della “Delivery email”, dai responsabili delle organizzazioni sindacali, dall’ufficio provinciale del lavoro e dal sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato. “Si tratta solo di un punto di partenza – ha spiegato Leanza – attraverso il quale i lavoratori potranno godere di un anno di relativa tranquillità. La tappa finale è ovviamente la piena occupazione. Mi auguro che si trovino le giuste soluzioni: Fiat e indotto rappresentano un unico sistema e ci batteremo affinché l’azienda torinese resti in Sicilia per investire nella produzione”. “Speriamo – ha detto il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato – che il prossimo 31 dicembre si siano create le condizioni per consentire a questi lavoratori di chiudere con la cassa integrazione e di cominciare il nuovo anno con un posto di lavoro sicuro”.

Il progetto di Simone Cimino
Circa 3500 posti di lavoro con un investimento per ciascun posto di 267mila euro. Questi i principali numeri del progetto messo a punto dal Fondo Cape di Simone Cimino per realizzare l’auto elettrica a Termini Imerese. Un progetto finanziabile per metà grazie al conto energia, il sistema di incentivi per incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il fondo Cape, che ha inviato al Ministero dello Sviluppo Economico la manifestazione di interesse per gli insediamenti industriali nell’area di Termini Imerese, ha intanto dato il via alla costituzione delle tre società di capitali per l’attuazione del progetto. Il piano contempla, oltre alla realizzazione della vettura elettrica anche la costruzione dell’infrastruttura regionale per la ricarica. Il progetto, spiega Cape, andrà avanti anche se non dovesse esserci la disponibilità dell’impianto Fiat.

Agitazione a Termini
Torna l’agitazione ai cancelli della fabbrica. Sciopero di 4 ore alla Fiat di Termini Imerese nell’ambito della mobilitazione, organizzata da Fim, Fiom, Uilm e Fismic, in tutti gli stabilimenti dell’indotto per protestare contro il piano industriale che tra i punti più contestati prevede la chiusura della fabbrica siciliana entro la fine del 2011.

A Termini Imerese gli operai incroceranno le braccia dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 22. Davanti ai cancelli è previsto un sit in, alla presenza dei dirigenti sindacali e del leader della Fiom, Gianni Rinaldini.

Rinaldini: “Termini non può chiudere”
“Lo stabilimento di Termini Imerese non può chiudere, in Italia non esiste una sovracapacità, anzi il nostro Paese, in Europa, è l’unico, tra quelli industrializzati, ad importare auto perché se ne producono poche rispetto alla richiesta di mercato”. Lo dice il leader della Fiom Gianni Rinaldini, che sta partecipando al sit-in dei lavoratori della Fiat a Termini Imerese. Rinaldini contesta all’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, “di cambiare spesso idea”. “Fino a qualche mese fa Marchionne prevedeva investimenti e nuova occupazione a Termini Imerese – aggiunge Rinaldini – poi, dopo l’accordo con Chrysler, ha deciso che la fabbrica deve chiudere, ma non esiste un motivo reale se non quello che l’azienda sta spostando il suo business agli Stati Uniti”. Rinaldini giudica “insensate e arroganti” le recenti dichiarazioni di Marchionne. “Faremo di tutto per impedire la chiusura di Termini Imerese. Non abbiamo timori e paure di affrontare qualsiasi tipo di lotta necessaria a evitare la chiusura”, ha aggiunto Rinaldini, parlando ai lavoratori della Fiat davanti ai cancelli della fabbrica siciliana. “Marchionne più che di auto si intende di finanza – ha aggiunto Rinaldini – ma deve sapere che l’immagine della Fiat non rimarrà quella che il gruppo di Torino sta esportando all’estero. Si aprirà uno scontro sociale forte”, ha concluso il leader Fiom.

Scajola: “C’è spazio per Termini”
Nell’ambito del piano di riorganizzazione di Fiat per la produzione in Italia “per il Governo c’é spazio anche per Termini Imerese”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola,. indicando che se invece Fiat dovesse confermare la decisione di fermare la produzione di auto nello stabilimento siciliano ci sarà “un tavolo per lavorare ad una diversa indicazione industriale che eviti la chiusura di questo polo importante per l’Italia e la Sicilia”. Quanto al confronto più in generale con Fiat, Scajola, a margine della presentazione del rapporto Aie sulla politica energetica italiana, ha ribadito che “l’obiettivo deve essere quello di un aumento della produzione in Italia” e che in questa direzione “c’é un accordo positivo perché Fiat aumenterà la produzione nel 2012 del 50%”.

Lupo (Pd): “Niente incentivi senza occupazione”
“Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ascolti le proteste e le ragioni dei lavoratori della Fiat di Termini Imerese e non conceda incentivi pubblici alla Fiat se non manterrà  la produzione ed i livelli occupazioni dello stabilimento termitano”. Lo ha detto il segretario regionale Pd Giuseppe Lupo, che ha partecipato al sit-in dei lavoratori della Fiat a Termini Imerese. “Il premier – aggiunge – continua a mostrarsi sordo e muto dinanzi al possibile dramma della chiusura senza ascoltare la voce dei lavoratori e non spendendo neanche una parola per la difesa del loro futuro. L’amministratore delegato Sergio Marchionne trascorre ormai più tempo a Detroit che in Italia a conferma che il baricentro della politica industriale della Fiat é ormai negli Stati Uniti e non a caso ha ricevuto maggiore attenzione dal presidente Barack Obama che da Berlusconi. Il riconoscimento di incentivi pubblici alla Fiat – conclude – deve essere subordinato alla produzione di un modello come la nuova ‘Ypsilon’ a Termini Imerese”.


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