Termovalorizzatore a Catania, ormai il "sì" ai privati è dietro l'angolo - Live Sicilia

Termovalorizzatore a Catania, ormai il “sì” ai privati è dietro l’angolo

Al parere favorevole manca solo la formalità. La replica della Regione

CATANIA – I passaggi formali non sono ancora conclusi, ma il parere favorevole c’è. Ed è solo questione di giorni perché venga trasmesso all’assessorato Territorio e ambiente, a cui spetterà l’adozione del . Il termovalorizzatore di Catania è un po’ più vicino a essere realizzato. Il 26 marzo il via libera della Commissione tecnica specialistica della Regione Siciliana dovrebbe diventare ufficiale, confermando quanto trapelato ieri mattina sulle pagine del quotidiano La Repubblica.

Si avvia alla fase conclusiva, dunque, la procedura per autorizzare il termovalorizzatore della zona industriale del capoluogo etneo. A costruirlo sarà la società SI Energy, di proprietà del gruppo Alfa Acciai (quella delle Acciaierie di Sicilia), che dovrebbe realizzare alle porte di Catania, nei pressi di Ikea e Leroy Merlin, il più grande impianto per l’incenerimento di rifiuti di tutta la Sicilia, con un investimento privato di oltre 400 milioni di euro

Il termovalorizzatore dovrebbe nascere su un’area di 67mila metri quadrati ed essere in grado di trattare 555mila tonnellate di rifiuti l’anno, “in condizioni normali di esercizio”. La capacità di combustione di immondizia indifferenziata, però, è anche superiore (660mila tonnellate di spazzatura annua, per essere precisi). In altri termini: 250 Comuni, più di mezza Sicilia, potrebbero fare confluire lì la propria monnezza.

Il parere della Cts

Il gruppo istruttore della Commissione tecnica specialistica ha inviato all’assemblea plenaria della Cts il proprio parere. Del resto, l’anno e più di silenzio che era calato sul progetto aveva fatto storcere il naso a SI Energy che, più di una volta, aveva formalmente sollecitato una risposta. La Cts aveva fatto una previsione ottimistica: entro ottobre 2023 sarebbe arrivato il parere, rispondevano i tecnici – con una nota – a questa testata. Le cose, però, erano andate ancora per le lunghe e, nel prendere ulteriore tempo, era stato richiesto un chiarimento al dipartimento regionale dell’Urbanistica sulla effettiva distanza dell’impianto dal centro abitato. Per comprendere se, cioè, fosse rispettato il limite minimo di tre chilometri.

Nonostante il suddetto chiarimento non risulti tra gli atti pubblicati sul portale destinato alla procedura, qualcosa deve essersi mosso e la “pressante urgenza“, citata a novembre 2023 proprio in relazione al coinvolgimento degli urbanisti regionali, si è tramutata nella discussione sul parere fatta dalla Cts il 15 marzo 2024.

In tutto, la Commissione segnala 24 criticità rispetto alla costruzione del TMV a Catania. La maggior parte delle quali superate con un documento di SI Energy, che risponde punto per punto alle osservazioni. La prima riguarda la coerenza con l’ultimo Piano regionale dei rifiuti, approvato nel 2021, ma che il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, adesso coi poteri del “commissario straordinario per il completamento della rete impiantistica integrata del sistema di gestione dei rifiuti”, ha già manifestato l’intenzione di rivedere a breve. La risposta, comunque, è sì: l’incenerimento dell’immondizia è nei piani della politica regionale isolana.

Le 24 criticità

La seconda delle osservazioni, invece, riguarda la coerenza del progetto di termovalorizzazione con i “piani d’ambito” delle Srr interessate dall’impianto. Si tratta dei documenti che le Società di regolamentazione dei rifiuti, di natura sovracomunale, dovrebbero redigere per indicare i fabbisogni dei territori di loro competenza a ragion veduta. E cioè sulla base di dati puntuali.

Il piano d’ambito della Srr di Catania è datato 2016. La normativa prevede che debba essere aggiornato entro due mesi dall’adozione del Piano regionale dei rifiuti. Ma nel capoluogo etneo – e non solo – l’aggiornamento dopo il piano regionale del 2021 non è stato fatto. E adesso che Schifani si appresta a redigere un nuovo piano, bisognerà ripartire da lì. Come può essere un termovalorizzatore coerente con un documento che non c’è? Non può. Ed è la stessa SI Energy a dirlo. “Nessuna delle Srr competenti – scrive – si è espressa sulla richiesta del nulla osta di fattibilità“. E aggiunge: “Le stesse non possono comunque esprimersi in proposito, non avendo ancora provveduto alla redazione dei rispettivi Piani d’ambito”.

Esiste, poi, il tema del sovradimensionamento, sollevato anche tramite le osservazioni delle associazioni Zero Waste Italy e Rifiuti Zero Sicilia. “Il rischio, altissimo e concreto, è che si inneschi un pericoloso processo inverso rispetto alla gerarchia dei rifiuti – affermavano gli ambientalisti – Ovvero che per garantire la continuità di funzionamento e la sostenibilità economica di un impianto di incenerimento sovradimensionato, si abdichi alla applicazione severa e rigorosa dei criteri graduati di economia circolare“.

Tradotto: non è che per alimentare un termovalorizzatore troppo grande si finisce a buttarci dentro anche immondizia che potrebbe essere differenziata, recuperata e avviata al riciclo? Una domanda che si pone anche la Cts e a cui la ditta risponde, in soldoni: “L’impianto in progetto risulta opportunamente dimensionato”. E va bene così.

Le 14 prescrizioni

Le criticità non superate dalle risposte dei privati vengono considerate superabili da una approvazione con prescrizioni. Si tratta di 14 “condizioni ambientali”, 13 delle quali da rispettare “ante operam”, cioè prima che la costruzione del gigante brucia rifiuti sia terminata.

Tra queste c’è, ovviamente, l’ottenimento del nulla osta delle Autorità d’ambito (cioè delle Srr). Ma ci sono anche, ancora da acquisire, i pareri dell’Arpa sulla radioattività dei rifiuti e sul rumore prodotto dall’impianto in fase di esercizio. Il percorso, insomma, è ancora lungo. Ma che la strada sia tracciata ci sono pochi dubbi.

La replica della Cts

E dopo la pubblicazione del nostro pezzo, la Cts ha inteso precisare quanto segue:

“Con riguardo all’articolo apparso su Live Sicilia in data odierna riportante il titolo “Termovalorizzatore a Catania, ormai il “sì” ai privati è dietro l’angolo” riguardante un presunto ed insussistente “via libera” della Commissione Tecnica specialistica per le Autorizzazioni Ambientali (CTS) per la “realizzazione di un termovalorizzatore a Catania”, si precisa quanto segue trattandosi di incomplete notizie su complesse attività istruttorie, avviate da tempo ed ancora in corso di svolgimento a fronte del mutato quadro normativo, e quindi prive di fondamento sugli esiti.
La proposta di parere del referente è stata esaminata dalla CTS, in ragione del tempo trascorso dalla presentazione e dalle audizioni. In considerazione delle complesse questioni ambientali, tecniche e giuridiche emerse durante il dibattito e degli apporti delle associazioni ambientaliste è stato così richiesto un più ampio ed articolato approfondimento.
La questione è quindi oggetto di valutazioni tecnico-giuridiche da parte del gruppo istruttorio alla stregua degli apporti procedimentali di enti esponenziali di interessi, di modifiche normative (art.14 ter d.l. n.14/2024 conv. l. n.11/2024, che prevede esclusivamente l’iniziativa pubblica per gli impianti) e di pianificazione intervenuti ed in corso di definizione (l’adeguamento del piano regionale rifiuti, all’esame della CTS, già prevede un minore dimensionamento degli impianti). Solo successivamente potrà essere valutato dalla CTS.
Il parere definitivo in merito alla realizzazione dell’iniziativa, quindi, non può in alcun modo considerarsi ancora emesso, mentre continua l’istruttoria comunque dovuta dalla Commissione rispetto ad istanze da tempo presentate”.


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