CATANIA – Il primo contratto a titolo gratuito lo ha firmato nel 2010 (PDF). Tra gli indagati dell’operazione Pandora c’è anche lui, il componente dello staff dell’ex sindaco Raffaele Stancanelli, Marcello Pulvirenti, dipendente dell’ANFE e tra gli assenteisti eccellenti che percepivano lauti stipendi (76 mila euro circa), nonostante non si presentasse sul posto di lavoro. Un rapporto, quello di Pulvirenti con l’ex primo cittadino, che si è mantenuto negli anni, fino a passare da gratuito in oneroso, costando alle casse del Comune, fior di euro. (PDF). Stando all’ultimo rinnovo, datato dicembre 2012, Pulvirenti ha guadagnato 13 mila euro per tre mesi (PDF). Il nome di Pulvirenti, dunque, creerebbe un nuovo collegamento tra l’operazione che ha scoperchiato il sistema della formazione etnea, con la passata amministrazione più volte partner e promotrice dei progetti organizzati da Giuseppe Saffo. personaggio chiave dell’inchiesta, e legati all’attività del lido le Palme, sequestrato per equivalente.
IL CURRICULUM. Pulvirenti, perito aziendale, è stato reclutato tra gli esperti esterni del sindaco, con funzioni di assistenza e di raccordo, dal momento che, si legge nel provvedimento, “L’ufficio staff del sindaco necessita di essere potenziato con professionalità specializzate e di provata esperienza”. E, a giudicare dal curriculum vitae di Pulvirenti, pubblicato sul sito del Comune di Catania (PDF), l’esperienza sembra non mancare. Prima del Comune di Catania, sono infatti numerosi gli incarichi coperti dall’ex componente dello staff di Stancanelli alla Regione siciliana, molti dei quali proprio quando l’ex primo cittadino era Assessore alla Famiglia. Tutti ricoperti mentre era alle dipendenze dell’ANFE, dove prende servizio come impiegato nel 2001.
LA MOGLIE DI LOMBARDO. E nello scandalo della formazione, in quell’elenco “dove troverete mogli e cugine di personaggi eccellenti” aveva affermato il sostituto Giuseppe Gennaro lunedì in conferenza stampa, si mormora ci sia Saveria Grosso, oggi al Palazzo di Giustizia per stare vicino al marito Raffaele Lombardo durante il processo che lo vede imputato per concorso esterno e voto di scambio aggravato. La consorte dell’ex Governatore ha intenzione di chiarire sin da subito la sua posizione ancor prima che ci sia un dispositivo ufficiale che attesti la sua iscrizione nel registro degli indagati. “Mia moglie scriverà una lettera – annuncia alla stampa Raffaele Lombardo – comunque anche qua: niente di niente. Che ci sia un avviso di garanzia, tanto oramai – afferma sorridendo – io ne sono un collezionista, poi dimostreremo la nostra innocenza che avrà, ovviamente, il bollo del Giudice”.
Poi la parola la prende la stessa Saveria Grosso con i giornalisti. “Vi dico come stanno le cose. Io entro all’Enap, ente che e’ stato sciolto, nel 1986 – afferma – e vengo assorbita dall’Anfe. Nel 2001 pren do un periodo di aspettativa non retribuita di un anno come previsto da contatto. Non rientro piu’ all’Anfe, non percepisco piu’ stipendio. Nel 2009 mi viene notificato il licenziamento. Andate a fare tutte le verifiche: ufficio provinciale del lavoro, ispettorato, dove risulta il mio permesso non retribuito. Io non ho percepito una lira e quando andavo all’Anfe, io firmavo, facevo il mio lavoro. C’è tutto il mio carico di lavoro, ci sono le lettere firmate da me, i protocolli fatti da me, quindi – si difende con veemenza la moglie di Raffaele Lombardo – di che cosa stiamo parlando?”.