Terremoto giudiziario all'Ars |Coinvolti tre deputati etnei - Live Sicilia

Terremoto giudiziario all’Ars |Coinvolti tre deputati etnei

La guardia di Finanza di Palermo ha notificato tredici avvisi di garanzia ad altrettanti parlamentari regionali, tra cui tre catanesi, della vecchia legislatura indagati per alcune spese sospette. In totale sono iscritte nel registro degli indigati 92 persone, tra cui l'ex presidente Raffaele Lombardo. Leggi i nomi dei catanesi

L'inchiesta
di
1 min di lettura

PALERMO – Nicola Leanza, Nicola D’Agostino e Cataldo Fiorenza. Sono questi i tre deputati regionali catanesi coinvolti nel terremoto giudiziario che ha investito in queste ore la politica siciliana. La Guardia di Finanza ha infatti notificato tredici avvisi di garanzia per un’inchiesta su alcune spese sospette all’Ars: dai soldi trasferiti dai conti correnti dei gruppi parlamentari a quelli personali, dalle ceste di natale ai ristoranti, dai soldi fuori busta ai dipendenti ai pranzi al ristorante, dalle borse Louis Vuitton alle cravatte Hermes. In totale sono iscritte nel registro degli indigati 92 persone, tra cui l’ex presidente Raffaele Lombardo.

Nei prossimi giorni Leanza, D’Agostino e Fiorenza, insieme agli altri 10 capigruppo della vecchia legislatura regionale, si dovranno presentare in Procura davanti ai sostituti procuratori Sergio Demontis, Maurizio Agnello e Luca Battinieri, e dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci.

Tutti gli approfondimenti sull’inchiesta che fa tremare l’Ars nell’articolo firmato da Riccardo Lo Verso su LiveSicilia.

Immediata la replica di Nicola D’Agostino. “Sono stato convocato dalla Procura per rispondere del mio operato da capogruppo (durato sei mesi) nella passata legislatura. Ritengo – aggiunge – di aver svolto l’incarico con assoluta correttezza. Non ho mai utilizzato fondi del gruppo per uso diversi da quelli istituzionali e politici, men che meno per finalità personali. Attendo di essere sentito con serenità. Ho svolto il mio breve mandato di capogruppo in continuità rispettando gli impegni contrattuali ereditati, sia lavorativi che per beni e servizi. Mi difenderò nei modi consentiti nell’unica sede giusta che è quella giudiziaria, nelle quale – da uomo delle istituzioni – non posso che riporre totale fiducia”.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI