CATANIA – “Le prossime elezioni politiche rappresentano per il partito democratico catanese un importantissimo banco di prova, un appuntamento con le urne e con il giudizio degli elettori che il Pd non può disattendere. Ecco perché sono convinta che ogni ragionamento sulle imminenti amministrative vada comunque rimandato all’indomani del voto del 24 e 25 febbraio”. Lo dice la deputata regionale del partito democratico Concetta Raia a poche ore dall’incontro con il candidato Pierluigi Bersani, domani a Catania per l’appuntamento di campagna elettorale.
“Sarebbe stato opportuno che il segretario provinciale Luca Spataro prima di confrontarsi con i futuri alleati del centrosinistra per il voto amministrativo lo faccia con tutta la direzione del partito a cui è demandata ogni decisione finale su metodi, criteri e strategie politiche da adottare – sottolinea la parlamentare democratica – adesso è importante che tutto il gruppo dirigente si mobiliti per strappare voti al centrodestra e per raccogliere il consenso degli indecisi perché la sfida è troppo alta per farci distrarre da altro”. E all’indomani delle politiche si lavori –osserva – su come il partito democratico intenderà affrontare la successiva sfida per conquistare Catania e i comuni della provincia, esprimendosi anche sulla data delle eventuali Primarie”. “E’ necessario pensare ai prossimi quindici giorni che ci separano dal voto, proseguendo quel cammino di cambiamento che il Pd ha intrapreso da tempo – prosegue – costruendo quella alternativa che già alle scorse elezioni regionali è riuscita a rompere il blocco del centrodestra che sembrava indistruttibile e che invece si è sgretolato come creta”. “E’ necessario impegnarsi tutti fino in fondo compatti e lavorare insieme per raggiungere l’unico obiettivo possibile: governare per un’Italia più giusta, portando avanti una rivoluzione che sia anche culturale, con un approccio diverso ai problemi di sempre”. “A questo crediamo. Che ci siano ancora risposte da dare alle migliaia di giovani, di cassintegrati, di forestali, di agricoltori, alle imprese. Il primo punto resta il lavoro. Lavoro vero, retribuito, stabile, che crei sviluppo rimettendo in moto le aziende agricole, le piccole e medie imprese artigianali, il terziario, il turismo. Il lavoro, innanzitutto, perché crea cittadini liberi. Liberi dalla precarietà, dall’insoddisfazione ma anche dalla tentazione di cedere ai facili guadagni criminali e mafiosi”.