Terrorismo, allarme anche in Sicilia | Indaga la procura di Palermo - Live Sicilia

Terrorismo, allarme anche in Sicilia | Indaga la procura di Palermo

Sotto monitoraggio gruppi di libici, siriani e tunisini che negli ultimi tempi sono stati localizzati nel capoluogo dell'isola.

intelligence anche a ragusa e catania
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PALERMO – L’allarme terrorismo suona anche in Sicilia. “Si tratta di attività di prevenzione”, sussurra un investigatore quasi a volere smorzare i toni. La prevenzione, però, per stessa ammissione di chi indaga, è l’unica attività vera di contrasto al fanatismo che sfocia nella violenza. Ecco allora che si giustifica il monitoraggio di gruppi di libici, siriani e tunisini che negli ultimi tempi sono stati localizzati a Palermo. Alcuni abitano stabilmente in città, altri vi hanno fatto solo tappa per spostarsi altrove. L’intelligence si è attivata anche a Ragusa e Catania dopo avere raccolto i segnali di una simpatia sospetta per la “guerra santa, la jihad”.

La Procura di Palermo ha aperto da tempo un’inchiesta con la convinzione che che in Sicilia siano arrivati soggetti già legati alle frange armate che operano nel Maghreb. Segnali, nulla di più. Ma la prevenzione, anche da parte della Digos, è d’obbligo specie dopo che il procuratore aggiunto Leonardo Agueci ha partecipato nei giorni scorsi ad un vertice fra i magistrati delle Procure di mezza Italia. Poi, si è confrontato in città con i sostituti Calogero Ferrara, Emanuele Ragvaglioli e Sergio Barbiera. I simpatizzanti del terrorismo potrebbero essere arrivati in Sicilia mescolandosi tra i disperati che hanno preso e prendono d’assalto – nel 2014 sono stati 160 mila – le nostre coste. Le attenzioni si concentrano su alcuni gruppi religiosi che si sono formati a Palermo e provincia per scongiurare il pericolo che dietro le legittima esigenza religiosa e di comunità si celi il fanatismo che sfocia nell’odio.

In ballo ci sono anche ipotesi investigative estreme. Ad esempio, l’esistenza da qualche parte in Sicilia di un campo di addestramento per aspiranti jihadisti. Solo ipotesi. C’è un precedente preoccupante, però. Nel 2011 sbarcò a Lampedusa Ibrahim Harum, 42 anni, cittadino del Niger, considerato appartenente alla rete terroristica di Al Qaeda. Oggi è in corso un processo a suo carico davanti alla corte d’assise di Agrigento. Viene accusato di avere partecipato ad attentati terroristici in Niger, Pakistan e America. La polizia lo aveva identificato attraverso i racconti dei suoi compagni di viaggio, secondo cui durante la traversata Harun sosteneva di appartenere ad Al Qaeda. Dopo l’arresto fu consegnato all’Fbi e trasferito negli Stati Uniti.


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