USA – Terzo ed ultimo incontro ieri sera tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti in un ultimo faccia a faccia da 90 minuti senza esclusione di colpi nello scenario della Lynn University di Boca Raton in Florida.
Al termine dell’incontro erano già disponibili i primi dati a caldo sulle preferenze del pubblico. Per la Cnn, infatti, è finita con un 48% in favore del presidente Obama. Risultato più netto quello di Cbs che conferma la vittoria di Barack Obama indicando il gradimento per Romney soltanto al 23%.
E’ stato un dibattito focalizzato su politica estera ed economia anche se il problema europeo è stato appena sfiorato quando il candidato repubblicano ha parlato del rischio Grecia per gli Usa. La Cina, invece, è stata al centro di un veloce scambio di battute dove i due candidati sono sembrati quasi d’accordo. Se per Obama, infatti, il gigante asiatico è sicuramente un partner commerciale da non sottovalutare anche Romney ha riconosciuto l’importanza di intrattenere rapporti con la Cina. Ma per Mitt Romney non cambia l’idea di dichiarar la Cina “paese manipolatore di valuta” per le politiche indirizzate alla svalutazione della moneta per aumentare le esportazioni. Il rispetto delle regole sui mercati internazionali è stato infatti il principale punto in comune tra le posizioni dei due candidati.
Stoccate e contrattacchi ripetuti anche sul piano dell’economia dove il repubblicano avrebbe dovuto essere più forte del suo sfidante. Il presidente uscente non ha tardato infatti a mettere in difficoltà Romney quando si è parlato di lavoro e occupazione: “Voglio portare 12 milioni di posti di lavoro mentre il presidente vuol farci fare la fine della Grecia” ha detto Romney, seguito dalla replica immediata di Obama “Queste sono politiche economiche arretrate, io voglio portare lavoro in America, non delocalizzare”.
Ultimo ed infuocato dibattito tra i due è stato quello sui finanziamenti al comparto auto. Obama ha infatti incolpato Romney per il fallimento dell’industria di Detroit ma lo sfidante ha invece replicato di essere: “già contrario alle sovvenzioni date da Bush anni fa ed in favore invece del passaggio per la bancarotta finalizzato a rilanciare le aziende con una maggiore competitività”. Lo stesso Romney ha infatti concluso dicendo: “Sono a favore degli aiuti al settore ma non alle singole aziende. Intraprendere questa strada sarebbe un grosso errore”.