Tesauro agli imprenditori: |"Investire in Nord Africa" - Live Sicilia

Tesauro agli imprenditori: |”Investire in Nord Africa”

L'avvocato Walter Tesauro

Le morti dei sei migranti a Catania hanno acceso i riflettori sull'emergenza sbarchi. Il consulente legale della Fondazione senegalese Aifarà Cherif propone un progetto concreto: la ricetta è quella di investire direttamente nei Paesi cosiddetti a rischio dove è necessario realizzare infrastrutture e scuole.

IL CONSULENTE LEGALE DELLA FAC
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CATANIA – L’emergenza sbarchi in Sicilia ha riacceso i riflettori su un fenomeno che ha necessità (urgenti) di essere risolto. Le morti di San Lorenzo a Catania hanno “scosso” il consulente legale della FAC, (Foundation Aifarà Cherif), l’avvocato siciliano Walter Tesauro che ha da poche settimane assunto il ruolo all’interno della Fondazione nata in Senegal alla fine degli anni ’90 per obiettivi umanitari e sociali, con lo scopo primario di fronteggiare la povertà.

Negli ultimi anni la Fondazione ha cercato di allargare il suo intervento mettendo in opera una serie di sinergie internazionali, in primis con l’Unione Europea, per portare investitori direttamente nel Senegal per la realizzazione di infrastrutture. “Costruire strade, aeroporti e scuole – afferma l’avvocato siciliano – significa non solo portare lavoro, ma è il punto di partenza per una rivitalizzazione economica e sociale che ha come effetto quello della rieducazione, della formazione e della crescita occupazionale”.

Progetti che rappresentano un modo per dare un’alternativa concreta a coloro che vogliono scappare dai cosiddetti Paesi a rischio e vedono la Sicilia come “la terra promessa”. “Questo scempio  – osserva Tesauro – va fermato con la collaborazione di tutti. Un traffico disumano gestito da criminali spregiudicati che approfittano dell’illusione di quelle persone desiderose di fuggire a rivolte civili e privazioni, ma che invece, spesso, finiscono nel terrificante abbraccio della morte. Proprio in questi Paesi – aggiunge – c’è esigenza di creare infrastrutture e non solo, che porterebbero in loco posti di lavoro e condizioni di vita dignitose, poiché ogni persona ha il diritto di crearsi un futuro accanto agli affetti più cari; evitando così i viaggi della speranza che molte volte hanno come epilogo la morte, così come è avvenuto nelle coste del capoluogo etneo”.

E da qui parte l’appello all’imprenditoria “sana” catanese a guardare al Senegal come un’opportunità anche di sviluppo. “Il nostro lavoro sarà quello di filtro. Selezioneremo le aziende che hanno messo al loro centro legalità, trasparenza e correttezza e che hanno interesse a investire. Il nostro Presidente è già in contatto diretto con il ministro a Dakar per poter fare da interfaccia. Per poter garantire aziende solide e sane chiederemo anche il coinvolgimento delle associazioni di categoria come Confindustria ed inoltre sto predisponendo la costituzione di un equipe formata da tecnici che mi possano affiancare in questo importante ruolo. Comunque – evidenzia – tutte le aziende saranno chiamate a sottoscrivere un protocollo di legalità”.

Una cosa intende precisare il consulente legale della Fondazione: “Noi cerchiamo società che abbiano interesse a creare non solo ricchezza puramente finanziaria, ma soprattutto sociale nel territorio in cui si insediano. Questo significa formare i lavoratori, portare know how, trasferire competenze, conoscenza ed esperienza di impresa. Insomma offrire nuove opportunità di sfruttamento delle proprie risorse. Perché ricordiamolo questi Paesi, come il Senegal, sono ricchissimi di risorse che però non vengono valorizzate e utilizzate”.

 


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