Tiziana e la foto - Live Sicilia

Tiziana e la foto

C’è una foto su Facebook. In quel ritaglio Tiziana Volo, morta in un incidente,  abbraccia le sue bambine: Eliana e Asia, 3 e 4 anni. Noi non la sovrapporremo qui. Ci sembrerebbe crudele. E’ bello che quel sorriso di madre resti confinato nel luogo per cui era stato concepito: il ritratto di un’estasi familiare, non la lastra marmorea e virtuale di un addio. Nessuno che passi di là dica: guardate come erano lieti insieme. Dite piuttosto: guardate come sono contenti nella trincea fragile di un abbraccio che protegge. Usate il presente, il tempo delle foto che ha la tenera pretesa di incastonare l’attimo, il sangue che scorre nelle vene.

Conoscevo Tiziana, una di quelle conoscenze che i giornalisti ricordano dopo, a cose fatte. E’ la tristezza del mestiere questo rammentarsi dei vivi solo perché muoiono e te li ritrovi in un dispaccio d’agenzia. E non ci sono braccia nell’incontrarsi così, c’è appena un frusciante smarrimento. Cominci a pensare di essere un sopravvissuto. Cominci a pensare che la gente vive, ama, cresce e poi alcuni finiscono sul taccuino. E tu vorresti gettarlo via, il taccuino maledetto, perché è un camposanto Ungarettiano. Per ogni nome c’è una croce segnata.

Tiziana era una ragazzina con un sorriso luminoso – lo stesso che splende su Facebook – a sedici anni, nei locali di una parrocchia. Era brava a pallavolo. Era simpatica e coltivava un sogno di gioia come tutti. Quel sogno si è fermato in autostrada. Noi, oggi, raccogliamo il suo sorriso. Lo prendiamo, lo accarezziamo e lo rimettiamo al centro del nostro cuore. Chissà se servirà a qualcosa.

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