Torino, bici lanciata ai Murazzi: risate e baci mentre Mauro soffre

Torino, bici lanciata ai Murazzi: risate e baci mentre Mauro soffre

La maledetta notte, il dramma dello studente palermitano

Primo lo sputo, poi la bici elettrica lanciata dalla balconata dei Murazzi di Torino, infine il bacio come se nulla fosse accaduto. Definirla follia sarebbe riduttivo. Significherebbe concedere delle immotivate attenuanti a chi ha commesso il gesto criminale. A pagarne le conseguenze è Mauro, studente palermitano di 23 anni, travolto dalla bicicletta la notte del 20 gennaio scorso.

Il dolore resta privato, l’indignazione deve diventare pubblica. I genitori di Mauro hanno scritto una lettera per ringraziare le persone di Torino che hanno consentito di identificare il branco di cinque ragazzi autori del “vile e atroce atto di violenza che ha distrutto la vita di nostro figlio”.

Mauro assieme ai familiari e agli amici sta conducendo una “lunga e dolorosa battaglia per la vita”. Bisogna supportarlo con la preghiera, come hanno chiesto i genitori. Nel frattempo grazie alla “gioventù sana di Torino” e alle testimonianze raccolte i carabinieri hanno arrestato cinque ragazzi, tre maschi e due femmine, di cui tre minorenni. Hanno tra i 15 e i 18 anni.

Gli investigatori hanno analizzato i frame di 120 telecamere per ricostruire la maledetta notte del 20 gennaio. Poco prima di mezzanotte i tre ragazzi attraversano raggiungono la balconata. Le due ragazze camminano sul marciapiede opposto. Alle spalle c’è un coetaneo con lo skateboard. La sua testimonianza sarà decisiva. Racconterà, infatti, che sono stati i tre ragazzi a lanciare materialmente la pesante bicicletta, mentre le due ragazze hanno assistito alla scena per poi scappare tutti insieme.

Prima di lanciare giù la bici uno dei maschi si avvicina alla balaustra per sputare addosso ai clienti che attendono davanti ai locai. La saliva colpisce il telefono di un’amica di Mauro, in coda per entrare al The Beach. Il fazzoletto usato per ripulire il cellulare è stato consegnato ai carabinieri.

I cinque spariscono dalle inquadrature. Diventa fondamentale il racconto del testimone, il quale riferisce che i tre ragazzi si dirigono verso lo slargo dove c’è la bici abbandonata. La lanciano da un’altezza superiore a 10 metri. Diventa un’arma mortale che pesa 23 chili. Mentre Mauro si accascia a terra, il branco fugge a piedi. Poi su un bus da cui i cinque scendono in via Chiesa della Salute. Vengono inquadrati davanti a un distributore automatico di snack e bevande. Ridono, bevono, si baciano mentre il calvario di Mauro è appena iniziato.


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