PALERMO – Dall’inferno al probabile ripescaggio. Per lo Ial Sicilia, l’ente di formazione finito al centro degli scandali per una presunta cattiva gestione dei fondi pubblici, si profila il rientro tra gli enti accreditati a ricevere finanziamenti. Sotto traccia, secondo quanto risulta all’ANSA, ambienti politici di area Pd stanno lavorando per tirare fuori dal guado l’ente, il più grosso in Sicilia, con oltre 800 dipendenti e al quale gli ispettori della Regione avevano contestato le rendicontazioni e il mancato versamento di alcune spettanze al personale.
Dopo la decisione della Cisl di uscire nel 2011 dalla gestione dell’ente, lo Ial è finito in mani private, continuando a organizzare corsi di formazione grazie ai finanziamenti pubblici. Nei mesi scorsi, però, è finito nella black-list del governo Crocetta per avere utilizzato i fondi destinati ai lavoratori per altri scopi, accusa che il management dello Ial ha sempre respinto. In ballo ci sono circa 18 milioni di euro: l’ente aveva ottenuto le risorse nell’ambito dell’Avviso 20, il piano di formazione che il governo Crocetta voleva cancellare, ma che ha appena rilanciato, seppur con un budget ridotto, dopo le vibranti proteste di enti, sindacati e di alcuni ambienti politici.
Messo alla porta, adesso lo Ial Sicilia potrebbe risorgere anche alla luce dei nuovi criteri per l’accreditamento ai quali sta lavorando il Dipartimento formazione della Regione siciliana. Le diplomazie sono al lavoro, il governo avrebbe posto alcune condizioni, tra cui il rinnovo di parte dei dirigenti: le trattative sono in corso.