Palermo, Cuffaro e la battaglia dei ricorsi fra accusa e difesa

Cuffaro e la battaglia dei ricorsi fra accusa e difesa. Un Natale di attesa

Le prossime tappe dell'inchiesta per corruzione

PALERMO – L’inchiesta su Totò Cuffaro diventa una “battaglia” di ricorsi davanti al Tribunale del Riesame. Da una parte quello della difesa, discusso ieri mattina, dall’altro l’appello della Procura della Repubblica fissato per il 2 febbraio.

Gli avvocati dell’ex presidente della Regione, Giovanni Di Benedetto e Marcello Montalbano, chiedono la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari decisa dal giudice per le indagini preliminari. La vicenda è quella del concorso “pilotato” all’ospedale Villa Sofia.

Cuffaro e il concorso a Villa Sofia

Nelle intercettazioni a casa Cuffaro è rimasta cristallizzata la prova dell’avvenuta consegna ad una candidata delle tracce del concorso per la stabilizzazione degli operatori socio-sanitari. La difesa sta provando a picconare l’ipotesi della Procura secondo cui, il concorso farebbe parte di un patto corruttivo più ampio che prevedeva anche la nomina a manager dell’ospedale di Roberto Colletti.

Colletti avrebbe assecondato i desiderata di Cuffaro per il concorso e in cambio avrebbe ottenuto la sua sponsorizzazione politica. Sul punto la difesa ritiene che l’interesse, peraltro legittimo, di Colletti fosse di ottenere la conferma all’ospedale Civico. Dunque nulla c’entrebbero le vicende di Villa Sofia.

Lo stesso Colletti, che a sua volta ha fatto ricorso contro gli arresti domiciliari tramite gli Giuseppe Di Stefano e Massimo Motisi (che si è aggiunto nella difesa al Riesame), ha sottolineato che la nomina a Villa Sofia è stata per lui un passo indietro vista la maggiore importanza del Civico. Nei giorni scorsi il Riesame ha accolto il ricorso di Antonio Iacono, direttore del Trauma center e presidente della commissione di esami. Iacono, assistito dagli avvocati Mauro Torti e Valentina Castellucci, non si trova più agli arresti domiciliari, ma in parziale accoglimento della richiesta della difesa il Riesame gli ha imposto una misura interdittiva.

Il traffico di influenze

Nel ricorso la difesa di Cuffaro contesta anche l’ipotesi del traffico di influenze nell’ambito dell’appalto bandito dall’Asp di Siracusa. In questo caso c’è anche una questione squisitamente tecnica legata alla presunta inutilizzabilità delle intercettazioni per il fatto che siano state disposte in altri contesti e poi usate nell’inchiesta per corruzione.

La Procura della Repubblica nell’udienza di ieri ha deciso di non depositare gli atti che rappresentano l’ossatura dell’appello già fissato il 2 febbraio davanti ad un altro Tribunale del riesame. Quel giorno la Procura rinnoverà la richiesta di applicare gli arresti domiciliari a Cuffaro e a tutti gli altri indagati anche per l’appalto dell’Asp di Siracusa, la presunta corruzione legata alle commesse del Consorzio di Bonifica per la Sicilia occidentale e per l’associazione a delinquere (il cosiddetto “sistema Cuffaro“). Sono i punti respinti dal Giudice per le indagini preliminari dopo gli interrogatori preventivi di metà novembre o solo parzialmente accolti come nel caso dell’Asp di Siracusa per cui la corruzione è stata riqualificata in traffico di influenze.

Il Riesame ha tempo fino a dopo Natale per decidere se accogliere o meno il ricorso della difesa. Se così avvenisse Cuffaro potrebbe lasciare gli arresti domiciliari con il rischio di tornarci successivamente qualora venisse accolto l’appello dei pm che hanno depositato “nuove prove“.

Bisogna però considerare che se il Riesame dovesse dare ragione ai pm il ricorso scontato della difesa di Cuffaro in Cassazione congelerebbe il ripristino della misura cautelare fino alla decisione dei supremi giudici.


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