Tra Crocetta e Pd | ormai è guerra aperta - Live Sicilia

Tra Crocetta e Pd | ormai è guerra aperta

Il presidente della Regione replica alle critiche giunte nei giorni scorsi dai "renziani" e da Cracolici: "Invece di pensare all'ingresso in giunta ci aiutino a governare". E non esclude di puntare alla successione di Lupo: "Sarò al Congresso regionale, ma col Megafono, federato al partito".

PALERMO – “I dirigenti del Pd mi criticano? Forse farebbero meglio ad occuparsi di altro”. Il presidente della Regione contrattacca. E ormai, lui e il “suo” partito sono ai ferri corti. Anzi cortissimi. Nei giorni scorsi, in effetti, ecco il fuoco incrociato dei big democratici. Dai “renziani” Faraone e Ferrandelli che hanno sottolineato come l’azione di Crocetta si fosse ridotta solo a una lunga serie di annunci, fino alle parole di Antonello Cracolici: “Crocetta non rappresenta il Pd. E non si presenti al Congresso col suo Megafono”. Per non dimenticare la posizione autorevole del segretario regionale del partito Giuseppe Lupo: “Il Megafono è una corrente del Pd”.

Ma su questo tema, il governatore non arretra. Anzi. “Il Pd,  -dice – invece di pensare ancora al Megafono, forse farebbe meglio a pensare a come amministrare questa Regione. Ci dia una mano a governarla. Ma evidentemente i dirigenti di quel partito sono interessati ad altro”. Insomma, l’accusa è chiara: al Pd siciliano non interessano le sorti della Sicilia. Nelle menti dei dirigenti e delle correnti del partito, insomma, ci sarebbe solo l’ingresso in giunta. “Non pensiamo che nei discorsi di certi esponenti democratici – ha attaccato infatti Crocetta – ci sia chissà che nobiltà ideologica… Semmai – prosegue il governatore – fanno un calcolo semplice: siccome il presidente della Regione non rappresenterebbe il Pd, a loro toccherebbero due assessorati. Tutto qua. Ecco perché insistono, ad esempio, sul rimpasto”.

Parole che non faranno che riaccendere le polveri di uno scontro già molto acceso. Ancora calde, infatti, sono le dichiarazioni dell’ex capogruppo all’Ars Antonello Cracolici che non è andato per il sottile: “Crocetta – ha detto Cracolici – dovrebbe essere iscritto al Pd ma, da quello che si legge in giro, sta cercando di fondare circoli nazionali. Ne prenderemo atto e il Pd farà la sua strada. Ma il partito non può essere rappresentato, nel governo, da Crocetta”. E nella parole di Cracolici non si fa mistero della necessità di “aprire una fase nuova. Il Pd – ha detto – è il perno della coalizione che ha sconfitto il centrodestra”. E gli attacchi al governatore arrivano anche dalle altre fazioni. Sia da quella dei “renziani” rappresentata in Sicilia da Fabrizio Ferrandelli e Davide Faraone (“siamo stanchi dei suoi annunci”, hanno detto), sia di quella che fa capo a Mirello Crisafulli, che ha in più occasioni sottolineato l’ambiguità della condizione del presidente: “Scelga: o è del Pd o del Megafono”.

Il cerchio quindi si stringe attorno a Crocetta. E la resa dei conti potrebbe celebrarsi al congresso siciliano, dove il governatore promette di essere presente. Anzi, accenna alla possibilità di poter lanciare persino un candidato per la successione di Giuseppe Lupo. “Certo che sarò presente al Congresso – ha confermato Crocetta – ma lo farò col Megafono, in forma federata insomma. Un nostro candidato? Non lo escludo, ma dobbiamo valutare con calma. A dire il vero – prosegue – io non ritengo che oggi ci sia la necessità di un Congresso, sia in Sicilia che a livello nazionale”. Nessun passo indietro, quindi. Anzi. Il governatore si “arma” del Megafono per la sua personale guerra tra le correnti del partito. Tra i suoi dirigenti, che adesso l’accerchiano. E ai quali Crocetta “dedica” l’ultima stoccata: “Non sono io la ‘devianza’ del Pd. I deviati sono loro”.


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